Il pm, Pierangelo Padova ha chiesto la condanna a quattro anni di carcere in abbreviato nei confronti dell’ex magistrato della procura del capoluogo siciliano Antonio Ingroia. E’ accusato di peculato: si sarebbe appropriato di indennità non dovute quando era liquidatore della società partecipata regionale Sicilia e servizi, incarico ricevuto dall’ex presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta.
L’ex magistrato, oggi avvocato, nel 2013 avrebbe ricevuto la indennità spettante all’amministratore (e non al liquidatore) e per soli tre mesi di attività si sarebbe fatto pagare il compenso spettante per l’intero anno.
A quanto pare lo stipendio di Antonio Ingroia, ex pm antimafia ed amministratore unico di Sicilia e-Servizi, è finito sotto accusa. Dopo una segnalazione della Ragioneria generale della Regione siciliana, la procura di Palermo ha aperto un’inchiesta sulle retribuzioni del 2017. “Il compenso è superiore ai limiti previsti dalla legge”, hanno scritto i pubblici ministeri Enrico Bologna e Pierangelo Padova nell’ordine di esibizione con cui i finanzieri del nucleo di polizia tributaria si sono presentati alla Ragioneria generale. I magistrati hanno acquisito tutti gli atti relativi agli ultimi pagamenti in favore dell’amministratore unico della società partecipata. .
Una prima inchiesta era stata aperta dalla procura per le precedenti somme liquidate, quelle che vanno dal 2014 al 2016. Per quel periodo vengono contestati due maxi-bonus, da 117mila euro, in una stagione in cui gli utili sarebbero stati piuttosto magri per la società. Nella prima inchiesta vengono contestati anche alcuni rimborsi, per alberghi di lusso; secondo la procura, l’ex pm palermitano, che ha trasferito la sua residenza fuori dalla Sicilia, aveva diritto solo al rimborso delle spese aeree.