Trenta giorni per evitare il disimpegno di circa 400 milioni del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Il governo Schifani è in pressing su Roma per cercare di non perdere queste risorse (termine 31 dicembre) con l’obiettivo di riprogrammarle per aiutare imprese e famiglie soffocate dal caro bollette.
Il fondo è lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali in attuazione dell’articolo 119, comma 5, della Costituzione e dell’articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
Si tratta di fondi per i quali non ci sono obbligazioni giuridicamente vincolanti perché i progetti sui quali erano stati appostati si sono bloccati per svariati motivi: problemi burocratici, aggiornamento dei prezzi rispetto alle previsioni, lungaggini amministrative. La questione è in mano al ministro Raffaele Fitto.