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Le dichiarazioni

Sicilia martoriata dagli incendi, Guglielmo Monello (CONFELP): “Serve mano ferma”

sabato 29 Luglio 2023

Si sta procedendo, in queste ore, alla conta dei danni causati negli ultimi giorni dalla terribile ondata di calore registrata nell’Isola, con picchi vicino i 50 gradi, durante la quale, dramma nel dramma, si è registrata una quantità paurosa di incendi, non solo nelle parti rurali del territorio isolano, ma estesi fino ai centri abitati e alle zone industriali e commerciali, in tutte le nove province siciliane.

Questi giorni – commenta il Coordinatore Regionale Lavoratori Forestali CONF.E.L.P. Guglielmo Monellosi faranno ricordare non solo per il caldo torrido, ma soprattutto per la devastante ondata di incendi che, come personale del Corpo Forestale, si è provveduto a combattere a rischio della vita, per proteggere un patrimonio boschivo fondamentale per la Nostra vita. Serve però mano ferma e dura nei confronti dei piromani, delinquenti che mettono a repentaglio l’incolumità dell’intera collettività, portando distruzione, morte, devastazione. Serve pugno duro e pene severe, per evitare di piangere altre vittime e per salvaguardare il grande e meraviglioso territorio di cui facciamo parte”.

Inquantificabili gli effetti negativi, non solo in termini economici per i danni materiali causati, ma soprattutto per le ferite che lasciano gli episodi incendiari, troppo spesso causati dall’uomo e dall’incuria. Intere zone verdi, banche di ossigeno per tutti noi, non esistono più, ridotte in cenere sia per la disgraziata mano dei tanti, troppi, piromani che spesso restano impuniti, sia per una macchina dei soccorsi ridotta allo stremo.

Toccano il cuore le immagini degli operatori dei Vigili del Fuoco, degli addetti alle squadre spegnimento incendi del Corpo Forestale della Regione Siciliana, oltre che quelle dei tanti volontari e semplici cittadini che, a rischio della propria vita, hanno contribuito, come potevano, a fronteggiare il fuoco, anche con semplici secchi d’acqua.

Restano però tanti aspetti che, a mente fredda, è giusto analizzare, specialmente al fine di poter proporre idee affinché tutto ciò possa non ripetersi più o, quantomeno, ridursi. Il primo punto sicuramente da attenzionare è quello legato alla prevenzione. È sempre più necessario far sì che le norme, che già ci sono, siano rispettate e non restino, semplicemente, previste sulla carta ma non concretamente applicate. Nel caso dei terreni incolti, ogni anno, i sindaci emanano delle ordinanze, sulla base di quanto previsto dalle norme nazionali e regionali, che impongono la pulizia dei terreni privati da eseguire nell’approssimarsi della stagione estiva, con la finalità di prevenire l’insorgenza e il diffondersi di incendi e per attenuare la recrudescenza del fenomeno. Capita frequentemente però di assistere al menefreghismo dei proprietari dei fondi che, senza una reazione forte, anche in termini sanzionatori, da parte degli enti locali, ignorano tali disposizioni creando sui territori delle criticità che il sistema non può reggere, in quanto sprovvisto di sufficienti uomini e mezzi. Ma non è solo un problema relativo ai privati! Succede altrettanto frequentemente che anche i terreni demaniali rappresentino delle vere e proprie “zone pericolose”, in quanto oggetto di scarsa manutenzione, effettuata nei tempi e nei modi non corretti, senza una logica di prevenzione globale che vada a prevenire i fenomeni piuttosto che a contrastarli quando già è troppo tardi.

In una delle regioni a maggior rischio idrogeologico del Nostro Paese, assistiamo a una triste realtà che, ciclicamente, ogni anno, si va a palesare. Nonostante un numero, almeno apparentemente, importante di Lavoratrici e Lavoratori forestali (la cui stragrande maggioranza a tempo determinato per poche giornate durante l’anno, 51, 78, 101 o 151 giorni, quest’ultimi in minima parte) non sempre si riesce a rendere la macchina funzionante nei tempi congrui alla stagionalità del fabbisogno, facendo avviare le azioni in ritardo e creando falle nel sistema della pulizia preventiva, unico modo per arginare, almeno in un’ottica di massima, la nascita di focolai che, poi, diventano veri e propri fronti indomabili. È necessario rendere, finalmente, la macchina forestale siciliana, nonostante se ne parli da anni ma senza risultati concreti, un sistema virtuoso e che crei benessere, al territorio, alla cittadinanza, alle maestranze.

Un sistema che metta al centro il bisogno di salvaguardia del territorio, con un occhio attento al fenomeno e con una cabina di regia che coinvolga, ai vari livelli, tutti i soggetti interessati e coinvolti nella programmazione dei lavori, nell’attuazione esecutiva degli stessi, nella vigilanza, nella soppressione dei fenomeni criminali degli incendi dolosi e nelle azioni di soccorso, qualora sia necessario intervenire. Bisogna far dialogare le istituzioni, non solo nella fase acuta di emergenza, ma costantemente, per rendere organica e organizzata l’azione di ciascuno, con il controllo e la direzione delle locali Prefetture, delle Aziende Foreste e degli Ispettorati Forestali, dei Consorzi di Bonifica, degli Enti parco, e con il supporto, vitale, dei Sindaci quali massimi conoscitori dei territori e delle loro criticità e problematiche.

È necessario rendere il tutto un sistema perfetto, dialogante, al cui interno ognuno faccia la propria parte, anche con l’incremento di personale e di risorse, in termini economici e di mezzi, allargando le giornate lavorative dei braccianti e degli operatori dei consorzi di bonifica, vere sentinelle sul territorio, per mettere in atto le azioni di prevenzione e pulizia, dei monti così come dei torrenti, per ridurre, contestualmente, sia il rischio di incendi che quelli di esondazioni, frane e smottamenti, fenomeni altrettanto pericolosi e sempre più all’ordine del giorno in occasione del periodo invernale, in cui le piogge creano ogni anno danni altrettanto gravi quanto quelli degli episodi incendiari, con un indebolimento del territorio sempre più pericoloso e nocivo.

Solo mediante un’azione del genere potrà essere possibile arginare quelle emergenze che, troppo spesso, ci hanno fatto piangere di fronte la perdita di vite umane, come per i tanti addetti allo spegnimento incendi del Nostro Corpo Forestale regionale caduti nell’adempimento dei propri doveri, come per i componenti dell’equipaggio del CAN28, il Canadair precipitato lo scorso anno ed esploso durante un intervento di spegnimento nel catanese o, nelle ultime ore, l’equipaggio di un elicottero antincendio precipitato nel siracusano, fortunatamente senza conseguenze per il pilota che è riuscito a salvarsi.

Ora è il momento di fare la conta dei danni, di leccarsi le ferite, di seppellire i morti e di far si che i territori, in ginocchio sia dal punto di vista economico che da quello produttivo, possano rialzarsi – commenta il Segretario Generale CONF.E.L.P. Salvatore Orlando ma non può e non deve essere solo questo! Deve essere invece uno stimolo importante, per dare una scossa per fare una seria riflessione di riforma del settore, di maggior partecipazione governativa e parlamentare, oltre che con il supporto delle parti sociali e delle rappresentanze dei territori, per scrivere una nuova pagina nella storia del settore forestale e della sistemazione idraulica forestale della Nostra regione, in cui le parole territorio, salvaguardia, lavoro e futuro, siano al centro del dibattito e dell’impegno delle Istituzioni. Come Confederazione, presente e radicata in Sicilia, siamo disponibili a portare le Nostre idee e le Nostre proposte sui tavoli, a tutti i livelli, affinché si possa dare, al comparto e ai Suoi Lavoratori, la dignità e l’importanza che merita”.

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