Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, interviene sulle polemiche scoppiate negli ultimi tempi in merito alla decisione delle autorità preposte di non prorogare la scorta ad alcuni uomini delle istituzioni che hanno combattuto e che ancora oggi combattono le mafie. Lo ha fatto durante la presentazione della borsa di studio intitolata al Prefetto Antonio Manganelli e voluta dalla famiglia di Antonio Montinaro.
“Sono rimasto in religioso silenzio sul tema delle scorte negli ultimi tempi. Ho sentito parole forti, come ‘vigliacchi’. Io vorrei ricordare che quando si decidono queste cose, ci sono delle persone che si assumono in prima persona delle responsabilita’. In un Paese dove si cerca di allontanare da se’ le responsabilita’, ci sono delle persone che invece si assumono delle responsabilita’. Possono essere decisioni corrette o meno, ma c’e’ sempre una profonda assunzione di responsabilita’. Vorrei dire che e’ molto piu’ importante creare borse di studio, piuttosto che attribuire qualche scorta in piu'”.
“Nel nostro Paese si vivono queste vicende con lo spirito da curva da stadio – ha proseguito Gabrielli – la cosa che piu’ mi indispone e’ quando si danno giudizi gratuiti, quando si offendono le persone su un tema in cui chi decide di solito mette sempre il proprio nome e cognome. Nel nostro Paese c’e’ l’approccio di fuggire la responsabilita’. Ma serve che ci sia chi si assume, invece, anche decisioni impopolari su situazione giudicate simboliche. Io ho avuto la fortuna di conoscere persone che la mafia l’hanno combattuta e che dalla mafia sono state giudicate e verso le quali sono state emesse sentenze di condanna. Ricordo su tutti Rino Germana’. A lui i proiettili non glieli hanno raccontati ma glieli hanno fatti sentire. Germana’ oggi vive la sua vita. Quindi piu’ che disprezzo chiederei per queste persone grandissimo rispetto”.