
“Più sicurezza nelle piscine, a salvaguardia della vita e della salute di chi le frequenta”. Così il ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci sintetizza lo spirito del disegno di legge appena approvato dal governo, presentato assieme al collega della Salute Orazio Schillaci.
La proposta mira a definire minimi requisiti di sicurezza, impiantistici, igienico-sanitari e gestionali e a prevedere controlli e sanzioni in caso di inottemperanza.
La normativa fa salvi i controlli e i requisiti di sicurezza, impiantistici, igienico-sanitari e gestionali già previsti da norme di settore che
garantiscano un livello di protezione maggiore, ma non trova applicazione ad impianti già soggetti ad una normativa tendenzialmente completa (quali gli impianti sportivi sottoposti alla regolazione propria dell’ordinamento sportivo o le piscine termali o alimentate con acque termali.)
Tra gli elementi di novità del ddl c’è l’introduzione di apposita regolamentazione delle piscine domestiche, con la prescrizione dell’utilizzo di specifici dispositivi di sicurezza al fine di evitare ingressi involontari in acqua.
«L’annegamento -spiega il ministro Musumeci- è una delle cause di morte per incidenti nella vita quotidiana. I dati stimati mostrano che nelle piscine annegano ogni anno dalle 30 alle 40 persone. E più della metà delle vittime per annegamenti delle piscine riguarda i bambini fino a 12 anni. Nella quasi
totalità dei casi, il bambino – che non sa nuotare – annega perché sfuggito all’attenzione dei genitori, cade in acqua o finisce, giocando in acqua, nell’acqua fonda. Non solo nelle piscine aperte al pubblico. Anche le piscine domestiche hanno contribuito a elevare il numero di incidenti e di annegamenti, e il 53%
degli annegati nelle piscine riguarda bambini fino a 9 anni».