I tredici sindaci della Valle del Belìce che hanno firmato nei giorni scorsi un manifesto contro la speculazione sulle energie rinnovabili nel quale si denuncia il rischio di una devastazione del territorio provocata da decine di richieste per la realizzazione di parchi eolici e fotovoltaici tornano a fare sentire la loro voce.
In un comunicato i sindaci replicano a Legambiente, che ha definito “irricevibile” il manifesto, ribadendo le ragioni che li hanno spinti a stilare l’appello consegnato al presidente della Regione Renato Schifani e al capo dello Stato Sergio Mattarella. A cominciare dalla difesa di un paesaggio unico, vocato alle migliori colture agricole e allo sviluppo del turismo. I sindaci spiegano di essere “favorevoli alle nuove energie rinnovabili a patto che vi siano trasparenza, rispetto delle regole e rispetto per i territori“.
In particolare chiedono di sapere dalla Regione Siciliana “quanti gw di grandi impianti di energia rinnovabile sono stati ad oggi autorizzati. Abbiamo ragioni di credere che siano stati autorizzati più impianti rispetto agli obiettivi europei ed in localizzazioni diverse da quelle previste dal Piano Energetico Regionale e violando le procedure ambientali. Pretendiamo quindi che le eventuali autorizzazioni rilasciate in eccedenza agli obiettivi europei ed in contrasto alle localizzazioni e prescrizioni previste dal Pears 2030 vengano revocate“.
Dopo avere ribadito che i loro territori “hanno economie che si basano su agricoltura e turismo e che non possono essere trasformati senza nessuna concertazione e compensazione in zone per la produzione di energia” i sindaci del Belìce sollecitano che venga realizzata e al più presto “la pianificazione delle aree idonee e non idonee“.
Riferendosi infine alla nota di Legambiente i firmatari del manifesto ricordano che le richieste di connessione rilasciate da Terna e quelle di nuove connessioni sono rispettivamente 4 e 8 volte gli obiettivi europei. I sindaci hanno concluso chiedendo “con urgenza un confronto col governo regionale“.