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Sindaco di Palermo, il M5S dovrà decidere tra primarie online e ‘modello Termini’

martedì 13 Ottobre 2020

Un miraggio forse nemmeno quello. Per il Movimento 5 stelle ad oggi è impossibile riuscire ad imbastire un progetto politico per la prossima candidatura a sindaco di Palermo. La crisi all’interno del movimento è evidente e la cartina di tornasole sono state le ultime tornate elettorali in tutta Italia, che non hanno certo portato a risultati esaltanti. Fatta salva l’esperienza di Termini Imerese, con una candidatura insieme al Partito Democratico unitaria e vincente di Maria Terranova, formula assurta a ‘paradigma’, tanto da far dire a Giancarlo Cancelleri “Questo è il modello che dobbiamo seguire anche per le prossime elezioni regionali in Sicilia“.

Certo dovrà essere un modello condiviso. Da tempo, infatti, a livello nazionale e non sono evidenti le spaccature all’interno dei grillini. Fughe, dimissioni, strappi, nuovi gruppi nati da vere e proprie scissioni dal movimento di Belle Grillo, hanno costellato questo periodo politico in cui il Movimento 5 stelle è in sella all’esecutivo romano con il Pd di Zingaretti.

E a Palermo? Se per gli altri partiti politici esistono probabili coalizioni o ipotetici nomi conclamati che correranno per il post Orlando i grillini rimangono ancora sotto traccia. Ma a qualcuno non manca la voglia di volersi candidare, anche se aspetta di capire che forma prenderà il nuovo Movimento 5 stelle attraverso gli stati generali.

Nei giorni scorsi il capo politico Vito Crimi ha incontrato in videocall i sindaci 5 Stelle di tutta Italia nell’ambito del confronto con i portavoce pentastellati per definire il percorso proprio verso gli stati generali. “Tutti conveniamo sulla necessità di darci una struttura organizzativa definita in tempi rapidi”, ha sottolineato Crimi in una riunione con il gotha del suo partito dove erano presenti oltre ai ministri Luigi Di Maio, Alfonso Bonafede, Sergio Costa, Federico D’Incà, Vincenzo Spadafora, e Paola Pisano, anche viceministri, sottosegretari e capogruppo dei 5 Stelle.

Ritornando a trattare il tema delle elezioni a Palermo che saranno tra due anni e mezzo circa, l’unico nome che circola tra i 5 stelle è quello di Giorgio Trizzino. Il deputato alla Camera potrebbe essere l’uomo per scalare la vetta della la poltrona del sindaco. Ma ancora è troppo presto per dirlo. Anche perché il viceministro Giancarlo Cancelleri, oramai considerato altissimo ambasciatore dei 5 stelle in Sicilia, dialoga costantemente col Pd e i suoi vertici.

Per restare ai nomi, diversi sono quelli che fanno capo al M5S che potrebbero essere tra i papabili candidati alla carica di sindaco per le eventuali primarie online (sempre che si facciano e non prevala, invece, il modello Termini Imerese): dal deputato nazionale Adriano Varrica e quello regionale Giampiero Trizzino, fino ad arrivare al consigliere comunale Antonino Randazzo. O si potrebbe puntare sul nome di un ‘Papa straniero’, come avvenne per Ugo Forello nella deludente esperienza del 2017, soluzione che consentirebbe di trovare un nome condiviso con il Pd.

E’ possibile, però, che a Palermo non possa nemmeno esserci un candidato a sindaco del Movimento 5 stelle qualora i grillini facessero una coalizione con i democratici. Stessa cosa contraria a Catania. Nella città del governatore Musumeci è probabile che il candidato della coalizione possa essere qualcuno dei 5 stelle appoggiato dal Pd. E perchè no: forse anche qualche ex. Ma i tempi non sono ancora maturi. E tutto può succedere.

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