“Palermo Capitale della Cultura? No, Palermo delle lobby degli adepti della Kultura”. Comincia così l’atto di accusa rivolto dal “Movimento Sindaco Isidoro” contro l’amministrazione comunale colpevole di voler condannare a morte il teatro popolare palermitano. Una lunga invettiva sottoscritta dal presidente Raffaele Sabato, attore e cabarettista noto per l’appunto come Sindaco Isidoro che nel lontano 1997 si è pure candidò a sindaco del capoluogo siciliano.
Sabato non le manda a dire: “l’Assessore Cusumano vuole far morire il Teatro Popolare palermitano dimenticando i figli di Palermo come Giovanni Alamia, Giorgio Li Bassi, Luigi Maria Burruano e tanti altri. Da una parte l’assessorato, tra le sue tante attività, programma di spendere 5 milioni di euro (Manifesta 12) delibera comunale numero 1234 del 30 12 2014 che non risulta essere chiara ( allegato a questo comunicato) dove si evince che le somme richieste per la realizzazione del progetto Manifesta 12 non hanno ricevuto copertura, ma ancora peggio senza progettare e condividere con le tante realtà locali, se non quelle del cerchio magico di questa amministrazione”.
Per Sabato le iniziative promosse e sostenute da Cusumano sarebbero sempre organizzate dalle stesse persone con risultati deludenti in termini di pubblico. “Il Comune di Palermo – continua Raffaele Sabato – spende milioni di euro per i teatri Biondo, Massimo e Politeama e ultimamente anche per la Federteatri, ma non si esprime assolutamente nei confronti del teatro popolare palermitano. Oggi l’assessore Andrea Cusumano è impegnato su diversi fronti a valorizzare e a finanziare quelli che lui stesso definisce “progetti culturale della città” e che ne vede protagonisti i soliti noti e coinvolgendo esclusivamente i cosiddetti “colti di Palermo”. Tra queste attività realizzate dai “pochi” per pochi ne è prova i fallimentari progetti de “le sirene al porto”, “il suono dei fiumi sotterranei di Palermo”, o come “la mostra di pittura di Jack lo squartatore”. Tutte iniziative che producono probabilmente felicità in esclusiva all’assessore e alla sua corte, ma che certamente non vede la partecipazione dalla Palermo popolare”.
Vittime di questa gestione amministrativa sarebbero anche i media e gli operatori della comunicazione locali. “In questo marasma culturale – conclude il presidente Sabato – desidero spendere anche due parole e dare solidarietà alle imprese della comunicazione della città che da qualche anno hanno perso il “contatto” con l’amministrazione. Tra i tanti progetti portati avanti dall’amministrazione palermitana mai c’è stato il coinvolgimento del comparto dei Media. Se da una parte ci congratuliamo per iniziative come ad esempio l’apertura del Centro Internazionale di fotografia, dall’altro lato ci stupiamo come questa amministrazione disattenta rimanga indifferente alla chiusura di imprese storiche come lo Studio Camera di Palermo. Anche il mondo della televisione locale e della comunicazione sul web sta attraversando momenti difficili e molti di loro si sono arresi o si stanno arrendendo. A questo punto non mi rimane altro che manifestare davanti Palazzo Ziino in segno di protesta e nel segno della Palermo popolare e culturale e contro ogni lobby degli adepti della cultura dei “pochi”.