Due operai di 46 e 44 anni, sono indagati per omicidio colposo, lesioni colpose e delitti colposi di danno in regime di cooperazione in seguito all’esplosione del 30 settembre dello scorso anno a causa di una fuga di gas in una dependance di un’azienda agricola a Siracusa.
Indagato anche il rappresentante legale dell’azienda, 57 anni, per violazione della normativa in materia di prevenzione incendi. I poliziotti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico hanno notificato gli avvisi di conclusioni indagini emessi dalla Procura di Siracusa.
Una storia drammatica: nell’abitazione risiedeva una dipendente dell’azienda. Quel giorno però non era in casa. Erano venuti a trovarla il figlio di 30 anni e la moglie coetanea residenti a Londra. Proprio l’uomo entrando aveva sentito l’odore del gas ed aveva acceso la luce innescando l’esplosione. Con loro altri tre amici: uno di loro aveva riportato lesioni gravissime (ustioni di 3 e 4 grado) e ustioni di secondo livello gli altri due. Alla luce delle ricostruzioni della dinamica dell’evento dei vigili del fuoco del Nucleo investigativo di Palermo e del Comando provinciale di Siracusa, l’esplosione “sarebbe da imputare alla condotta negligente, imprudente e, in special modo, imperita degli indagati, i quali, nell’installazione del dispositivo che avrebbe dovuto fornire di gas l’unità abitativa, avrebbero omesso sia di applicare un riduttore di pressione di secondo livello, necessario ai fini della regolazione della pressione in entrata, sia il successivo collaudo di sicurezza dell’impianto“. Si sarebbe creata all’interno della cucina “una sacca di materiale gassoso, un’atmosfera infiammabile, che è esplosa a causa dell’innesco derivante dall’attivazione di un interruttore di energia elettrica“.