Anche il mese di agosto ha mantenuto la Sicilia in posizione marginale rispetto alle perturbazioni che nel corso dell’estate meteorologica a più riprese hanno coinvolto con accumuli pluviometrici abbondanti il Centro-Nord della penisola.
Come già sappiamo, secondo quanto viene fuori dai dati, il 2024 intero è stato il più arido, caratterizzato da temperature più alte e scarsità di piogge senza precedenti, confermando fino a questo momento questa tendenza. Il 2023, invece, il quarto anno consecutivo con precipitazioni al di sotto della media storica. Abbiamo visto nei mesi scorsi che gli invasi sono sempre più secchi e le ultime piogge non sono riuscite a riempirle, solo a marzo, per esempio si conta meno del 90% di acqua. Secondo i dati raccolti da Anbi (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue), l’osservatorio risorse idriche, si tratta di un valore così basso che non si registrava addirittura dal 2010.
Le alte temperature hanno prosciugato gli invasi rendendo la situazione idrica sempre più problematica. E se consideriamo già la scarsa disponibilità di acqua, la nostra terra ha poche speranze di vedere un barlume di luce nei prossimi anni. Una crisi che sta cominciando a diventare strutturale. Se prima sapevamo che pioveva una certa quantità di acqua di pioggia, 700 millimetri circa, adesso il dato è variato, sceso fino a 400 millimetri d’acqua. Di conseguenza, una minore quantità di pioggia corrisponde a una minore quantità di acqua disponibile negli invasi artificiali, una minore ricarica di risorsa idrica e così via.
Nel mese di luglio (clicca qui) le piogge registrate si sono concentrate in due momenti, il primo caratterizzato da temporali di calore nei primi giorni del mese attivati da infiltrazioni di aria fresca in quota, specie nei giorni 3 e 4, in alcuni casi accompagnati da grandine, il secondo originato invece da una saccatura approfonditasi sulla penisola verso la fine del mese, che ha interessato la parte settentrionale della Sicilia, soprattutto il Messinese, con la coda di una debole perturbazione atlantica.
L’accumulo medio regionale mensile di 5,3 mm, in base ai dati della rete Sias (Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano), è in linea con la norma del mese, risultato di una distribuzione ampiamente variabile che va da un accumulo massimo di 40 mm registrato dalla stazione Petralia Sottana (PA) in C.da Recattivo, agli 0 mm di molte aree soprattutto costiere meridionali e ioniche che non hanno registrato eventi.
Il massimo accumulo giornaliero di 31,4 mm è stato registrato il giorno 4 anch’esso dalla stazione Petralia Sottana.
Il numero medio di giorni piovosi, pari a 0,8, è vicino alla norma, con un numero massimo di giorni piovosi pari a 3 registrato da diverse stazioni soprattutto sui settori etneo e nebroideo.
Cosa è successo nel mese di agosto?
Gli eventi piovosi si sono concentrati in tre fasi. La prima fase ha interessato principalmente il Messinese tirrenico orientale, specialmente nel giorno 5, grazie ad una modesta circolazione depressionaria capace però di produrre nell’area rovesci significativi.
La seconda fase ha visto in modo prolungato dal giorno 13 al 19 il persistere di infiltrazioni fresche in quota in grado di produrre fenomeni ad evoluzione diurna che hanno avuto il loro culmine il giorno 16, quando il quadro si è evoluto verso condizioni più simili a quelle di una circolazione depressionaria e i fenomeni hanno coinvolto buona parte del territorio regionale. Sono state osservate diffuse grandinate associate alle celle temporalesche, trombe marine sul Tirreno, una tromba d’aria nell’area di Modica, cadute di alberi per i fenomeni di downburst, locali allagamenti per le precipitazioni a carattere di nubifragio che sulla rete DRPC hanno raggiunto accumuli giornalieri fino a 78 mm nell’area di Mazzarino.
L’evento più grave si è verificato tuttavia nei pressi di Leonforte, in provincia di Enna, giorno 19 in condizioni di fase instabile ormai di esaurimento, quando una cella temporalesca persistente a lungo sulla stessa area ha determinato l’esondazione localmente del Torrente Crisa provocando una vittima, evento non ben documentato dai pluviometri esistenti, assenti nella circoscritta area messa in evidenza dalle immagini radar.
Una terza fase instabile è stata infine registrata gli ultimi giorni del mese con la coda della perturbazione originatasi dell’evoluzione dell’uragano Erin, in grado di produrre accumuli significativi solo sul settore peloritano.
L’accumulo medio regionale mensile in base ai dati della rete Sias è risultato pari a 16 mm, solo lievemente superiore alla norma di 12 mm. Anche il numero di giorni piovosi, pari a 1,8, è solo lievemente superiore alla norma (1,4). Il numero massimo di giorni piovosi, 6, è stato registrato dalla stazione Linguaglossa Etna Nord, ma sono diverse le stazioni, specie sulle fasce costiere, a non aver registrato durante il mese pioggia significativa.
Tra le stazioni Sias il massimo accumulo mensile di 72,0 mm è stato registrato dalla stazione Palazzolo Acreide (SR), mentre il massimo accumulo giornaliero è stato registrato il giorno 16 dalla stazione Caltagirone (CT) con 42,8 mm.
All’inizio dell’autunno meteorologico, resta incerto un quadro che nei 12 mesi precedenti ha visto forti anomalie nella distribuzione territoriale delle piogge, con aree tuttora in forte deficit che solo localmente hanno trovato un qualche sollievo dalle piogge estive, come ad esempio è accaduto in parte del Calatino e in parte del Messinese.
Il decorso delle piogge autunnali sarà decisivo per completare un recupero del deficit pluviometrico che in diverse aree è ancora consistente.