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Il resoconto

Situazione siccità: mese di febbraio generoso per le piogge in Sicilia, resta il deficit nelle zone centro-occidentali

venerdì 7 Marzo 2025

Superate ormai quasi del tutto le condizioni di siccità agricola ereditate dai due anni precedenti.

Il mese di febbraio è stato caratterizzato da una serie di perturbazioni ben intervallate tra loro che ha prodotto quasi ovunque quantitativi di pioggia superiori alle medie del periodo. 

Secondo quanto viene fuori dagli ultimi dati, il 2024 è stato il più arido, caratterizzato da temperature più alte e scarsità di piogge senza precedenti, confermando fino a questo momento questa tendenza. Il 2023, invece, il quarto anno consecutivo con precipitazioni al di sotto della media storica. Abbiamo visto nei mesi scorsi che gli invasi sono sempre più secchi e le ultime piogge non sono riuscite a riempirle, solo a marzo, per esempio si conta meno del 90% di acqua. Secondo i dati raccolti da Anbi, l’osservatorio risorse idriche, si tratta di un valore così basso che non si registrava addirittura dal 2010.

Le alte temperature hanno prosciugato gli invasi rendendo la situazione idrica sempre più problematica. E se consideriamo già la scarsa disponibilità di acqua, la nostra terra ha poche speranze di vedere un barlume di luce nei prossimi anni. Una crisi che sta cominciando a diventare strutturale. Se prima sapevamo che pioveva una certa quantità di acqua di pioggia, 700 millimetri circa, adesso il dato è variato, sceso fino a 400 millimetri d’acqua. Di conseguenza, una minore quantità di pioggia corrisponde una minore quantità di acqua disponibile negli invasi artificiali, una minore ricarica di risorsa idrica e così via.

Nel mese di gennaio (clicca qui ), secondo quanto è stato registrato dal Sias (servizio informativo agrometeorologico siciliano), tra le zone più piovose sono state quelle dell’estremo settore sud-orientale, soprattutto per la tempesta che è avvenuta giorno 17 e dal precedente evento di giorno 13, tanto che l’area di Pachino ha ricevuto piogge 4 volte superiori ai valori normali, mentre sono numerose le altre stazioni del settore ionico dove i valori sono stati più che doppi.

L’altra faccia della medaglia è rappresentata da parte del Trapanese, dell’Agrigentino e del Nisseno, dove sono numerose le aree dove sono mancati quantitativi tra il 20 e il 30% di quelli attesi.
La situazione risulta nettamente più favorevole di un anno fa per ciò che riguarda le colture invernali come i seminativi e le foraggere, ma che ancora ha bisogno dell’arrivo di piogge più consistenti, che permettano un congruo accumulo di riserve superficiali e sotterranee per la stagione irrigua.
Ma cosa è successo nel mese di febbraio?
Gli accumuli in questo mese hanno riguardato il territorio regionale con maggiore omogeneità rispetto agli eventi di dicembre e gennaio. Tuttavia la fascia tirrenica è stata meno coinvolta da circolazioni depressionarie che in prevalenza si sono sviluppate a latitudini più basse, ma, almeno per ciò che riguarda il versante messinese, aveva beneficiato in precedenza di accumuli molto elevati.
La media regionale in base ai dati della rete Sias risulta pari a 106 mm, di 23 mm superiore alla norma del periodo 2003-2022.
Il numero medio di giorni piovosi è risultato pari a 10, superiore al valore normale che per il mese è 9. Il numero più elevato di giorni piovosi, 16, è stato registrato dalla stazione Pedara, a Catania, mentre il numero più basso, 6, è stato registrato dalle stazioni Acate e Torregrotta, nel Ragusano e nel Messinese.
Sulla rete Sias il massimo accumulo giornaliero è stato registrato il giorno 2 dalla stazione Fiumedinisi con (ME) 119,2 mm, mentre il massimo accumulo mensile pari a 322,2 mm è stato registrato dalla stazione Linguaglossa (CT).
Sono certamente degni di nota i fenomeni di giorno 2 vicino allo spartiacque dei Peloritani, relativamente localizzati lungo una linea di convergenza, che hanno prodotto precipitazioni diffusamente superiori a 150 mm in 24 ore in un’area piuttosto ampia vicina al crinale, arrivando a punte di oltre 200 mm sul versante tirrenico presso le stazioni Rometta, Calvaruso e Saponara (ME). Tali quantitativi hanno prodotto nell’area diffusi fenomeni di dissesto oltre che piene di torrenti.
Sono da segnalare le numerose nevicate ad alta quota che, nonostante le fasi di scioglimento, hanno mantenuto una buona altezza del manto nevoso, arrivata ad un massimo nel mese di 62 cm il giorno 10 presso la stazione Cesarò Monte Soro (ME).
Dopo un autunno caratterizzato da cattiva distribuzione degli accumuli, possiamo parlare, finalmente, di un recupero favorevole per tutte le colture ma in particolare per i cereali autunno-vernini e per le foraggere, anche se saranno necessarie ulteriori piogge nel periodo primaverile per arrivare a produzione in condizioni ottimali. Saranno necessarie invece ancora piogge consistenti durante la primavera per ripristinare riserve idriche ottimali nella rete degli invasi ai fini delle attività irrigue estive.
Quindi, possiamo dire che, nel complesso l’inverno meteorologico concluso si può considerare positivo per un andamento pluviometrico che ha alla fine interessato un po’ tutto il territorio regionale con buoni accumuli totali, superiori quasi ovunque a 200 mm nel trimestre.
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