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Il resoconto

Situazione siccità: nel mese di aprile piogge scarse quasi ovunque, rischio stress idrico per i cereali in maturazione

domenica 11 Maggio 2025
Dopo un primo trimestre dell’anno piuttosto generoso, il mese di aprile è stato invece caratterizzato da accumuli per lo più modesti, e nonostante i giorni di pioggia siano stati relativamente numerosi, abbiamo un quadro privo di periodi prolungati di alta pressione.
Gli eventi hanno di volta in volta interessato porzioni limitate del territorio regionale senza fenomeni veramente diffusi. Nell’ultima parte del mese sono stati più frequenti i fenomeni ad evoluzione diurna, caratterizzati da distribuzione territoriale ancora più marcatamente disomogenea.
Come già sappiamo, secondo quanto viene fuori dagli ultimi dati, il 2024 è stato il più arido, caratterizzato da temperature più alte e scarsità di piogge senza precedenti, confermando fino a questo momento questa tendenza. Il 2023, invece, il quarto anno consecutivo con precipitazioni al di sotto della media storica. Abbiamo visto nei mesi scorsi che gli invasi sono sempre più secchi e le ultime piogge non sono riuscite a riempirle, solo a marzo, per esempio si conta meno del 90% di acqua. Secondo i dati raccolti da Anbi (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue), l’osservatorio risorse idriche, si tratta di un valore così basso che non si registrava addirittura dal 2010.
Le alte temperature hanno prosciugato gli invasi rendendo la situazione idrica sempre più problematica. E se consideriamo già la scarsa disponibilità di acqua, la nostra terra ha poche speranze di vedere un barlume di luce nei prossimi anni. Una crisi che sta cominciando a diventare strutturale. Se prima sapevamo che pioveva una certa quantità di acqua di pioggia, 700 millimetri circa, adesso il dato è variato, sceso fino a 400 millimetri d’acqua. Di conseguenza, una minore quantità di pioggia corrisponde a una minore quantità di acqua disponibile negli invasi artificiali, una minore ricarica di risorsa idrica e così via.
Nel mese di marzo (clicca qui) il numero medio di giorni piovosi è risultato essere leggermente inferiore al valore normale di 8,8, ma anche in questo caso si è registrata una spiccata variabilità tra il massimo di 12 giorni piovosi registrati in diverse stazioni del Messinese ed il minimo di 4 giorni piovosi registrati a Pachino (SR).
Gli accumuli nevosi di inizio mese ad alta quota con 51 cm di altezza del manto nevoso presso la stazione Cesarò Monte Soro (ME) a 1840 m s.l.m., si sono progressivamente ridotti e annullati, specie durante la fase calda a metà del mese, tuttavia le nevicate occorse a fine mese hanno riportato l’altezza del manto nevoso a 39 cm.
A fine marzo, le condizioni delle colture sono ovunque radicalmente diverse da quelle dello stesso periodo del 2024. Grazie alle piogge dei mesi precedenti, le condizioni dei seminativi e delle foraggere sono in genere ottimali come non accadeva in modo così generalizzato da diversi anni.
Cosa è successo nel mese di aprile?
La precipitazione media regionale in base ai dati della rete Sias (servizio informativo agrometeorologico siciliano) risulta di 29 mm, circa il 30% in meno rispetto alla norma del mese di aprile per il periodo 2003-2022 pari a 44 mm circa.
Il numero medio di giorni piovosi è risultato pari a 4,2 rispetto ad un valore normale di 6, con spiccata variabilità tra il massimo di 11 giorni piovosi registrati dalla stazione Cesarò Monte Soro (ME) ed il minimo di 0 giorni piovosi registrati dalla stazione Licata (AG), dove si sono verificati durante il mese quattro eventi piovosi senza però raggiungere 1 mm di accumulo nel singolo giorno.
Il massimo accumulo giornaliero pari a 63 mm è stato registrato giorno 23 dalla stazione di C.da S. Severino a Caltagirone (CT) in occasione di fenomeni temporaleschi anche molto intensi che nella zona hanno prodotto grandinate, determinando anche locali danni sugli agrumi in allegagione.

Le problematiche riscontrate in questo periodo

Un periodo quindi che ha favorito gli sfalci e la fienagione, che prosegue anche in queste settimane e che in genere è opportuno affrettare per evitare perdite di qualità dei foraggi. In genere si registrano ottime produzioni foraggere che stanno permettendo di ricostituire buone riserve aziendali, dopo due anni nei quali, prima per gli eccessi di pioggia nel 2023, poi per la siccità nel 2024, la scarsa produzione aveva causato gravi difficoltà di approvvigionamento.
Anche le prospettive per le produzioni cerealicole appaiono favorevoli, anche se in alcune zone la scarsità di piogge di aprile e le alte temperature di inizio maggio potrebbero determinare condizioni di stress proprio in fase di maturazione delle cariossidi, specie sui terreni più sciolti e meno profondi. In particolare sono le semine più tardive a soffrire il maggior rischio.
Esaurito ormai il periodo dell’anno da cui si possono attendere i maggiori accumuli pluviometrici, il decorso dei prossimi mesi difficilmente consentirà di modificare significativamente lo stato delle riserve idriche, ma potrebbe permettere ancora piogge utili a ritardare l’avvio di una stagione irrigua che si preannuncia meno critica rispetto all’anno precedente, almeno sul settore orientale, ma che di nuovo potrebbe essere condizionata da elevate temperature così come accaduto negli ultimi 4 anni.
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