Le porte girevoli della politica siciliana gravano incombenti sui candidati a Palazzo d’Orleans e sui loro progetti.
Il giorno della conferenza stampa di presentazione del suo progetto politico con annessa candidatura a Palazzo d’Orleans, Roberto Lagalla ha omesso di dire per quale schieramento avrebbe corso. Quei pasticcioni dei siciliani, poco abituati alle sfumature, lo avevano arruolato d’ufficio nel centro destra allargato che cerca alternative a Nello Musumeci, ma Lagalla in realtà, dal giorno stesso della presentazione di Idea Sicilia è stato contattato a più riprese dal centro sinistra.
Martedì scorso Saverio Romano avrebbe cercato un incontro con Davide Faraone finalizzato alla candidatura di Lagalla nello schieramento di centrosinistra. Su questa strada però il percorso non è reso semplice dalla presenza di D’Alia, outsider papabilissimo. Indiscrezioni non confermate certo, ma una strada ancora aperta.
Il Pd ha affrontato in questi giorni l’argomento Lagalla. Tra i Dem in realtà molti non hanno fatto salti di gioia di fronte a questa notizia. Da Cracolici a Lupo, l’area dei perplessi è vasta, mentre i renziani di Faraone portano avanti questa tesi.
In fondo i destini delle candidature di Musumeci e dell’ex Rettore di Palermo in qualche modo si incrociano e si sovrappongono. Dopo una ipotesi iniziale sussurrata di ticket possibile tra i due, lo stesso Lagalla ha posto distinguo e precisazioni che hanno allungato il solco tra i due candidati alla presidenza della Regione.
Ma c’anche un altro aspetto della vicenda che merita attenzione.
Appaiono strade divergenti e destinate a non incontrarsi quelle di Nello Musumeci e dei centristi che fanno capo a Saverio Romano e Totò Cuffaro. Il leader di #diventeràbellissima intanto non pare intenzionato ad articolare un dialogo all’interno della coalizione che dovrà sostenere la sua candidatura con Cantiere Popolare e i cuffariani. Lo stesso gruppo dei centristi a Palermo non ha fatto mistero di gradire meno di altre l’ipotesi della candidatura di Musumeci.
Nel gioco dei veti incrociati il gruppo di Romano, Cordaro e Cuffaro starebbe a cercare dunque altre sponde diverse da quello di centro destra se il ragionamento ormai ampiamente avviato su Nello Musumeci, dovesse arrivare a conclusione con la ratifica di un accordo romano.
Musumeci e Miccichè si sono incontrati ieri a Roma in vista dell’incontro che il commissario di Forza Italia dovrebbe avere già oggi con il gruppo degli alfaniani. Questi ultimi si sarebbero detti favorevoli all’approccio civico e di ampio respiro nei territori di #diventeràbellissima.
Saranno almeno due le liste di supporto a Musumeci. Anche la lista del presidente, la seconda delle due punta a superare lo sbarramento del 5% e sarà composta da professionisti e società civile, ma anche personaggi della politica che siano stati in coerenza e continuità alternativi al Pd e a Crocetta.
Dal mancato gradimento di Musumeci per il gruppo di Cuffaro, ma anche dalla spendibilità autonoma del progetto di Lagalla che potrebbe essere inglobato nell’affannosa ricerca di candidati del centro sinistra nasce l’ipotesi Lagalla. Da qui potrebbe prendere spunto il dialogo con il Partito Democratico.