Il Tribunale del riesame di Palermo ha accolto l’appello della Procura e ha ordinato gli arresti domiciliari per il deputato regionale siciliano dei Popolari e autonomisti Carmelo Pullara. L’esponente politico è indagato nell’ambito dell’inchiesta “Sorella sanità”, su una serie di presunte corruzioni e turbative d’asta (è proprio questo il reato contestato a Pullara) nell’ambito degli appalti per le forniture a ospedali e aziende sanitarie provinciali. Il volume di affari interessato dalle gare oggetto dell’indagine è di oltre 600 milioni di euro.
Il pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis aveva chiesto gli arresti in casa per il parlamentare gia’ nel maggio scorso, ma il gip Claudia Rosini li aveva negati, sostenendo l’insussistenza dei gravi indizi: basandosi su una serie di intercettazioni, i pm Giovanni Antoci e Giacomo Brandini avevano sostenuto come nel 2018 Pullara avesse cercato di favorire l’azienda Manutencoop, oggi Rekeep, che ha sempre sostenuto di essere estranea alla vicenda. Anche l’indagato aveva respinto gli addebiti ma ora il collegio presieduto da Daniela Vascellaro, a latere Stefania Brambille e Ettorina Contino, ha deciso in maniera diversa dal giudice Rosini. Pullara non verra’ immediatamente arrestato perche’ ha il diritto di ricorrere in Cassazione.