“Quello della “Sostenibilità” del Sistema Sanitario Pubblico è un tema di straordinaria attualità in un momento come quello odierno che vede il nostro Paese interrogarsi sugli esiti, per certi versi anche imprevedibili, di questa profonda crisi economica e delle vocazioni sanitarie che sta attraversando l’Italia”. A dichiararlo è dichiara il Presidente dell’Ordine dei Medici di Siracusa, Anselmo Madeddu che presenta a Sicilia Medica la VII edizione de “L’Ordine incontra la Città”.
L’Ordine dei Medici di Siracusa fin dal 2016 ha deciso di far conoscere le proprie attività istituzionali e soprattutto il Suo ruolo di garante della salute pubblica durante una manifestazione annuale. Quest’anno l’evento si terrà il 30 settembre 2023, ore 15,30, presso il Gran Hotel Villa Politti.
Il tema di quest’anno è “La Sostenibilità del Sistema Sanitario Pubblico”, che sarà trattato dal Presidente Nazionale della Federazione degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, e sarà introdotto dallo stesso Presidente dell’Ordine aretuseo.
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“Oggi mancano medici, infermieri, e il Sistema rischia seriamente di implodere. E’ un tema che si porta dietro anche quello ancora più scottante della Sostenibilità Etica e Politica del Sistema, che non può prescindere dai valori inviolabili a cui deve tendere ogni Servizio Sanitario Nazionale. In una ideale “Bussola dei Valori”, gli Obiettivi di Salute e la compatibilità economica trovano la loro sintesi nell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie – prosegue -.Ma ci siamo mai chiesti se fino ad ora i Sistemi di Finanziamento della Sanità, e dunque i Sistemi Premianti, sono stati orientati verso la sintesi tra obiettivi di salute e compatibilità economica. La domanda è più che legittima, considerato che in Italia, così come in tutto il resto del mondo, sono proprio le scelte dei modelli di finanziamento della Sanità ad orientare le scelte della Politica sanitaria”.
“La domanda, peraltro, non è oziosa – continua il Presidente Madeddu – perché la medicina è una cosa strana, in quanto per esistere è necessario che ci sia esattamente ciò che combatte: … la malattia appunto. È uno di quegli strani ossimori concettuali che prende corpo, ad esempio, nei mitici personaggi dei romanzi hemingwaiani, dove l’eroe esiste in funzione del fatto che esiste proprio ciò che vuole uccidere. Il torero di “Morte nel pomeriggio” esiste perché c’è il toro da matare, il pescatore de’ “Il vecchio e il mare” esiste perché c’è il marlin da pescare. Ma se non ci fossero tori e marlin non ci sarebbero né toreri, né pescatori. … E se non ci fossero i malati non ci sarebbero i medici! E allora la domanda che – come direbbe qualcuno – sorge spontanea è: … siamo sicuri che oggi i sistemi di finanziamento della Sanità, tutti imperniati sulle prestazioni e sui DRGs, sono coerenti con l’obiettivo finale del Sistema, che dovrebbe essere quello della “Salute”? La nostra analisi ci porta a dire che non è così”.
“”L’attuale sistema di finanziamento a prestazioni è un sistema premiante che “paga” chi fa più prestazioni. E dunque “paga” se ci sono più potenziali fruitori delle prestazioni, … ovvero i “Malati”. E dunque è un sistema che per esistere tende fisiologicamente a produrre malati, siano essi malati veri o indotti …! E dunque è un sistema che paga la “Malattia”, non la “Salute”.
Una conferma indiretta di tutto questo ci viene dai dati dell’OECD Healt data base che ci svelano come, tra i paesi occidentali, quello che presenta le più alte percentuali di spesa sanitaria sul prodotto interno lordo, ovvero gli Stati Uniti, è paradossalmente il paese in cui si osservano i peggiori risultati di salute, in termini di maggior numero di anni potenziali di vita persi. E tutto ciò perché il sistema sanitario statunitense, fondato sulle assicurazioni private, è imperniato sulla logica esasperata della produzione di prestazioni e del profitto, e non sulla tutela della Salute, della Prevenzione e della Sanità Pubblica che solo un Servizio Sanitario Nazionale Pubblico può garantire.
Peraltro, non è superfluo ribadire che l’esponenziale aumento delle patologie croniche ha fatto diventare tutto il sistema sanitario che ruota attorno ai bisogni della fragilità e della cronicità, il più grande problema epidemiologico, e dunque assistenziale, che il SSN dovrà affrontare nei prossimi anni, anche in termini di reperimento delle necessarie risorse, come vera, autentica sfida del terzo millennio. Il punto critico di tutta la “sfida”, pertanto, è rappresentato dall’effettivo spostamento di risorse dall’area Ospedale all’area Territorio. Ed a tal proposito merita rilevare che ancor oggi in tante realtà del Paese “si predica bene e si razzola male””.
“Ad onta dei proclami, in molte regioni i Piani di allocazione delle risorse vedono ancora percentuali altissime di assorbimento nell’area ospedaliera a discapito di quella territoriale, generando sprechi e inappropriatezza. Frutto, questo, di una sottocultura secondo cui conta soltanto ciò che produce denaro (curando malati) e non ciò che produce salute, evitando la malattia o, in questo caso, evitando la reospedalizzazione della cronicità.
È un trend pericolosissimo che potrebbe portare nei prossimi tempi alla “Insostenibilità” del Sistema, all’implosione del “Servizio Pubblico”, allo sviluppo magari di nuovi modelli americani imperniati sulla logica delle assicurazioni private. Logiche che certamente non costituiscono la maggiore garanzia per aree di intervento, come la “Prevenzione”, l’“Emergenza”, la “Fragilità”, le “Fasce deboli”, delle quali solo il Servizio Pubblico non profit può farsene carico con equità – conclude -. Oggi più che mai, dunque, abbiamo il dovere morale di difendere la nostra Sanità Pubblica e quel Servizio Sanitario Nazionale che la storica riforma del ’78 e la Cultura della Solidarietà del nostro Paese ci hanno saputo donare come bene prezioso da tutelare sopra ogni cosa o sopra ogni interesse di parte. La giornata di riflessione di Siracusa, del prossimo 30 settembre cercherà di dare qualche risposta a questi temi”.