La Corte d’Appello ha respinto il ricorso del deputato trapanese Paolo Ruggirello che dovrà restituire una cospicua somma, superiore a 11 mila euro. La sezione ha stabilito che “l’utilizzo di parte delle risorse pubbliche assegnate dall’Assemblea per finalità diverse da quelle previste dal contesto normativo che regolava l’erogazione del contributo si pone in evidente violazione del principio comune ad ogni settore del diritto, ovvero con il principio secondo il quale chiunque gestisca fondi pubblici è chiamato a risponderne in tutti i casi di indebita destinazione degli stessi“.
Nei giorni scorsi la stessa sorte era toccata a Rudy Maira, ex capogruppo dell’Udc e del Pid nella scorsa legislatura (nella foto accanto), chiamato a restituire 407 mila euro, e al suo collega del Pdl, Innocenzo Leontini, condannato a risarcirne invece 97 mila.
Tra maggio 2008 e dicembre 2012 erano finite nel mirino della magistratura contabile alcune finte fatture e rimborsi a deputati additati come presunte spese illegittime del gruppo Mps; a Ruggirello viene contestato, in primis, il pagamento di tre fatture per pubblicità elettorale su quotidiani locali per cui la somma totale supera i 3 milioni di euro. Secondo i giudici di appello sarebbero queste spese che “esulano dal funzionamento del gruppo essendo, invece, interamente riconducibili al finanziamento delle iniziative di natura politica proprie dei partiti, consistenti nella promozione della propria attività e nell’accrescimento della visibilità“.
Ma non è finita. Sotto inchiesta anche il rimborso, pari a 4 mila euro, devoluto al deputato Giovanni Greco per la cena offerta a 200 persone in un ristorante di Marineo e giustificata come “sostenuta in occasione di una conviviale politica volta alla diffusione ed informazione dell’attività svolta dal gruppo parlamentare all’interno dell’Ars e nel territorio“. Questa la perentoria risposta del collegio giudicante: “Ammesso che fosse stato dimostrato che il pubblico incontro era coerente con i compiti istituzionali del gruppo, sarebbe da ritenersi ugualmente inammissibile il ricorso alla convivialità, laddove per raggi ungere il fine programmato sarebbe ba stato un semplice convegno senza la necessità di un’ingiustificata e gratuita elargizione di pasti per una generalità di convitati, con spese a carico dei contribuenti”.
Dulcis in fundo ecco una fattura da 3.993 euro per “statistiche elezioni politiche maggio 2012, servizi di corrispondenza, cura e gestione email e servizi aggiornamento sito” in favore della società di revisione contabile “Adante Servizi sri”. Per i giudici contabili va rilevata anche “la difficoltà di ricondurre alle finalità del gruppo parlamentare le rilevazioni statistiche in funzione delle elezioni politiche del maggio 2012 e i servizi di aggiornamento del sito“. Tutto questo, continuano i giudici, “a prescindere dalle considerazione esposte nella sentenza di primo grado in ordine al conferimento dell’incarico a una società di nuova costituzione, attiva soltanto dall’ll luglio 2012 e rappresentata legalmente dalla signora Giuseppa Schimmenti, coniuge dell’onorevole Greco”.