Siamo di fronte ad una reale processo di stabilizzazione dei precari Covid? La Regione e i sindacati hanno siglato qualche giorno fa, a Piazza Ottavio Ziino, un protocollo di intesa per consentire di assumere a tempo indeterminato i lavoratori impiegati durante l’emergenza.
Resta il fatto che nella direttiva firmata dall’assessore alla Salute Giovanna Volo tecnici-informatici restano fuori dalle procedure di stabilizzazione, in molte realtà anche gli amministrativi. L’atto concede agli enti e alle aziende sanitarie della Sicilia un periodo fino a trenta giorni per aggiornare i propri piani del fabbisogno e individuare i posti vacanti da destinare – nel rispetto del limite del 50 per cento delle complessive risorse per le assunzioni – a quei lavoratori che hanno prestato servizio in area sanitaria, socio-sanitaria e amministrativa durante l’emergenza pandemica.
E attenzione, “Come CGIL non abbiamo sottoscritto il protocollo. Con la direttiva dell’assessore Volo si prevede una riserva del 50% dei posti disponibili e a disposizione dei precari, l’altro 50% a disposizione di coloro che fanno il concorso, lasciando fuori tantissimi precari che non troveranno stabilizzazioni”. A dichiararlo è il segretario regionale di CGIL Francesco Lucchesi.
Due pesi e due misure? E i concorsi in atto? “Lasceremo fuori un numero importante di persone attualmente precarie. Non le possiamo ancora quantificare, dipenderà dalla ricognizione che faranno le Asp e dai posti che le aziende metteranno a bando con nuovi concorsi. Abbiamo chiesto, a tal proposito, la sospensione delle procedure concorsuali, per rimodulare le graduatorie ed inserire i punteggi per chi ha prestato attività durante la pandemia. Ci dissero che era impossibile, oggi invece la direttiva prevede questo passaggio. La sospensione sui concorsi in itinere deve avere un senso, rischia di creare contenziosi. Chi ha fatto il concorso e lo ha vinto, quindi in attesa di prendere posto, e poi la Regione decide di sospendere la procedura, immagino che il disappunto legittimo, vedendosi scavalcato da un precario. Peggio di quello che è accaduto per i centri per l’impiego”.
Quindi il rischio è che si compromettano da un lato le stabilizzazioni, dall’altro la possibilità di implementare gli organici considerata la debole quantità di risorse umane. “Dobbiamo fare una battaglia con il governo nazionale. La soluzione potrebbe essere quella di aumentare i tetti di spesa senza commettere infrazioni. Ci vogliono più risorse economiche”, conclude Lucchesi.
Il timore è quello di sguarnire pronto soccorsi già operanti in condizione precarie.