Dalla ‘pancia’ dell‘Universita’ di Palermo al cuore del mercato internazionale. Un’idea nuova e innovativa che, a differenza di tante altre, magari altrettanto valide, ha saputo viaggiare su gambe solide e tagliare traguardi importanti, riconosciuti un po’ in tutto il mondo. E’ la storia di Securproject, diventata poi Qwince, azienda leader nel campo delle tecnhology solution, information security e risk management, che tra Palermo e Londra ha costruite le proprie fortune, fino ad accumulare anni di successi. Dieci, per l’esattezza. Celebrati quest’oggi presso la Sala delle Capriate dello Steri dove, alla presenza, tra gli altri, del rettore dell’Ateneo palermitano, Fabrizio Micari, e dell’assessore comunale all’Innovazione, Gianfranco Rizzo, il fondatore e Ceo di Qwince, Gianmarco Troia, assieme ad altri dirigenti, ha raccontato il percorso di crescita e le tappe di una delle prime start up nate all’interno di Arca, l’incubatore di impresa di Unipa. “Siamo partiti da un’idea, preoccuparci della sicurezza dei dati, che abbiamo cambiato in corsa ripetutamente – ha ricordato Troia -. Siamo nati in Arca nel gennaio del 2007, da quel momento non c’e’ stato un giorno di pace. Ma pur avendo commesso, e commettendone ancora, valanghe di errori, siamo riusciti nel nostro intento”. Da Palermo, ha spiegato Troia, “siamo riusciti a venire a contatto con il mercato inglese. A Londra lavorano 4 persone, siamo una testa di ponte commerciale, la produzione e lo sviluppo sono qui e chi vi lavora e’ 100% Unipa, tutti siciliani. Dal 2013 in poi qualcosa e’ cambiato, siamo diventati interessanti per il mercato italiano. Prima non eravamo affascinanti, ora incontriamo Prada e siamo stati citati tra i cinque prodotti piu’ innovativi dalle ricerche di mercato”
Il rettore Micari ha sottolineato come il successo di Qwince sia arrivato anche grazie al fatto che “i nostri giovani sono affamati, grintosi e coriacei, hanno idee importanti e lottano per realizzarle, se le condizioni sono favorevoli ottengono risultati importanti. Da parte nostra l’impegno e’ quello di sostenerli. In questa storia ci sono ingredienti importanti e ripetibili il più possibile. C’e’ la storia di un’idea, di un impegno, di una volontà forte, valori imprescindibili, e c’e’ la capacita’ di saper trasformare quell’idea iniziale in qualcosa di concreto, in azienda, in business, in successo. E’ un modello interessantissimo da ascoltare e replicare”. In tal senso, ha aggiunto Micari, l’Università “e’ fondamentale e io sono contento perché davvero si tratta di una testimonianza utile per i nostri giovani. Ma non ci fermiamo qui“. Rizzo, che e’ anche docente universitario, ha assicurato che “come Comune guardiamo con estremo interesse a iniziative di questa natura, perché creano un contesto che permette alla città di crescere. Il nostro compito e’ creare le condizioni perché ciò avvenga anche per altri: mettendo a disposizione gli strumenti e una forte connessione con l’Università. Con il nostro lavoro stiamo attraendo grandi player nel campo dell’innovazione”. Secondo Maurizio Carta, preside della Scuola Politecnica, “dieci anni in un’impresa come Qwince sono come 70 per qualsiasi altra azienda in altri campi, perché naviga in un campo in cui il tempo scorre in maniera diversa, non può godere della consolazione di percorrere strade già tracciate, ne servono sempre di nuove. E la fame – ha sottolineato – e’ un elemento fondamentale, spinge a non accontentarsi dei risultati già ottenuti”.