Il centrodestra caracolla. Quasi fiaccato dal caldo. Zoppica. E, infine, crolla. Rumorosamente. E’ stallo al Comune di Palermo. Il vicepresidente del Consiglio Giuseppe Mancuso ha dovuto constatare la certezza offerta dalla matematica: non c’era il numero legale in aula. Ancora una volta. Nella seduta odierna, aperta in prosecuzione e con un quorum fissato a quota 16 consiglieri, il centrodestra ha raggiunto come massimo picco la presenza di 14 esponenti in aula. Troppo pochi se si considera che la coalizione del sindaco Roberto Lagalla ne potrebbe contare su 26.
Il nodo sui debiti fuori bilancio
Un vulnus venuto fuori durante la votazione di alcuni debiti fuori bilancio. Atti di ordinaria amministrazione che, solitamente, non dovrebbero costituire un particolare ostacolo. A garantire l’apertura dei lavori sono stati i gruppi d’opposizione, presenti con 11 elementi. Per molti frangenti della seduta, il centrodestra ha potuto contare su uno scarto risicatissimo di uno o due consiglieri a proprio favore. Poi il patatrack. Qualcuno ha iniziato ad uscire dall’aula. Altri hanno deciso di restare al proprio posto ma di astenersi al momento del voto.
Opposizioni escono dall’aula
Fatto che ha mandato su tutte le furie alcuni rappresentanti delle minoranze. A prendere la parola è stato l’esponente del Gruppo Misto Carmelo Miceli, il quale ha annunciato al microfono di abbandonare i lavori insieme a tutto il centrosinistra. “Rispetto ad una maggioranza già risicata, non in grado di tenere i numeri d’aula, qualcuno si permette di uscire creando le condizioni per le quali l’astensione dei gruppi d’opposizione avrebbe determinato il voto negativo sui debiti fuori bilancio“.
Inzerillo: “C’è bisogno di una riunione”
Spazientito l’ex capogruppo di Forza Italia Gianluca Inzerillo. “Mi vergogno di fare parte di questa maggioranza – ha tuonato l’esponente azzurro -. Chiedo al presidente in pectore di convocare una riunione per capire come dobbiamo andare avanti nei prossimi due anni. La situazione è degenerata. Sino ad allora, fin quando non si saprà quali sono le intenzioni, il sottoscritto lascia l’aula insieme alle opposizioni“. Poi l’annuncio della mancanza del numero legale. Alla chiamata rispondono solo in 14. Troppo pochi. La seduta viene così aggiornata, sperando che arrivino tempi migliori.
Il quadro a due anni dalle elezioni
A ventiquattro mesi dall’appuntamento elettorale del 2027 però, qualcuno punto di domanda inizia a sorgere. L’incedere tenuto quest’anno ha visto diversi alti e bassi. L’ultima delibera di peso votata in Consiglio Comunale ha riguardato la riorganizzazione delle tariffe TARI e la compensazione fatta attraverso la tassa di soggiorno. Era il 30 aprile. Poi solo atti di contorno. Debiti fuori bilancio. Documenti di ordinaria amministrazione e poco altro. In attesa che si sblocchi la situazione sui contratti di servizio delle Partecipate (Amat e Rap su tutte) e nel frattempo che arrivino all’attenzione dell’aula alcune delibere importanti (leggasi il nuovo piano triennale delle opere pubbliche), nel centrodestra qualcosa dovrà cambiare. Un cambio di passo chiesto anche dal sindaco nell’ultimo confronto avuto a Villa Niscemi ma che ad oggi non si è concretizzato.