Nessun accordo sulle norme del disegno di legge per gli enti locali in Sicilia, il testo torna in commissione Affari istituzionali dell’Ars per la seconda volta; nulla di fatto dunque anche per la norma sulla rappresentanza di genere con la quota del 40% di donne nelle giunte comunali per la quale ieri, in modo trasversale, un centinaio di manifestanti avevano effettuato un presidio davanti all’Assemblea regionale siciliana.
“Considerate le interlocuzioni che ci sono state tra le diverse forze politiche, è opportuno un approfondimento in commissione per trovare una intesa per tornare in aula con un testo condiviso”, ha detto il capogruppo di Forza Italia all’Ars Stefano Pellegrino, componente della commissione Affari istituzionali, all’inizio della seduta di questo pomeriggio.
Il ddl è tornato in commissione con il voto favorevole della maggioranza e il voto contrario dei gruppi di opposizione. “È un fallimento per questa maggioranza che non è in grado di portare avanti neppure norme di civiltà come quella della rappresentanza di genere nelle giunte”, ha affermato il capogruppo del Pd all’Ars Michele Catanzaro.
“Continueremo a sentire tutte le parti interessate a cominciare dall’Anci Sicilia, c’è la volontà di lavorare in modo attivo per portare avanti questo disegno di legge. Ci auguriamo che dopo il secondo ritorno in commissione, la terza volta a Sala d’Ercole possa essere quella buona”, ha sostenuto il presidente della commissione Affari istituzionali Ignazio Abbate.
“Non è la prima volta: la maggioranza continua a distruggere le proprie riforme per via della lotta interna che c’è dentro il governo Schifani. Questo non fa bene a nessuno e soprattutto non fa bene ai siciliani. Le opposizioni hanno portato in aula una delle poche leggi approvate, quella anti-crack. La maggioranza è frammentata, Schifani latita e nel frattempo noi siamo pagati per essere tenuti in ostaggio dalla maggioranza che non fa altro che impantanare l’aula. In questi due anni gli unici interessi della squadra di governo sono state le varie manovre finanziaria per il resto tabula rasa. Non si può più continuare in questo modo, noi opposizioni assistiamo con sdegno ad un Parlamento che non è messo nelle condizioni per lavorare seriamente”. A dirlo il deputato regionale Ismaele La Vardera durante la seduta d’aula odierna in Sala d’Ercole.
“L’ennesimo rinvio in commissione del ddl Enti locali è l’emblema del fallimento del governo e della sua sfilacciata maggioranza, che pensa sempre al proprio orticello e alle proprie convenienze elettorali, piuttosto che ai veri problemi dei Comuni”. Lo afferma il capogruppo del Movimento 5 stelle all’Ars Antonio De Luca.
“Definire una riforma questa accozzaglia di norme, spesso contraddittorie tra di loro – dice – è assolutamente fuori luogo. Dentro c’è finito di tutto e il contrario di tutto per accontentare i vari deputati e senza un vero filo conduttore. Una vera riforma, che dovrebbe affrontare gli enormi problemi degli Enti locali, non può muovere dalla convenienza del momento o dagli appetiti del parlamentare di turno, in questo modo non arriverà mai al traguardo del voto. Peccato, perché dentro c’erano anche norme importanti come quella delle quote rosa, degli assessori under 30 e dei revisori dei conti. Ci consola il fatto che grazie alla nostra azione sono venute a galla le enormi spaccature della maggioranza”
“Praticamente – continua De Luca – la commissione ha lavorato a vuoto finora, ma questo non ci meraviglia, tutt’altro. Grazie alla sfilacciata maggioranza di Schifani, procedere in folle all’Ars è più una regola che un’eccezione e basta guardare alla produttività di Sala d’Ercole per rendersene conto. E tutto questo mentre fuori, dalla siccità, alla sanità, ai rifiuti è emergenza su tutti i fronti, o meglio è un disastro generalizzato, perché è assolutamente fuori luogo continuare a parlare di emergenze per problemi irrisolti da decenni”.