In assenza della riforma di Sal d’Ercole per Palermo, Catania e Messina ogni cosa resta al suo posto. La normativa nazionale infatti prevede esplicitamente la coincidenza tra sindaco della città capoluogo e quello della città metropolitana.
Nel resto dell’Isola i primi cittadini comunque avranno più gioco per organizzare il consenso intorno alle nuove candidature,
L’affondamento a Sala d’Ercole del ddl per resuscitare le Province potrebbe avere come conseguenza politica diretta un imprevisto ritorno del cosiddetto “partito dei sindaci”. Svanito il sogno di tornare a rieleggere direttamente Presidenti e consiglieri e in attesa che a Roma si chiariscano le idee sul da farsi, è praticamente certo che i Liberi consorzi comunali dell’Isola dovranno avviarsi verso le cosiddette elezioni secondo livello previste sia dalla legge regionale del 2015 che dalla legge Delrio. Una tornata elettorale – di secondo livello – che sembra ormai inevitabile se si pensa che le ex Province siciliane sono commissariate da nove anni, praticamente un caso unico in Italia.
Secondo le norme a scegliere i vertici delle ex Province saranno sindaci e consiglieri comunali in carica che potranno presentare candidati alla presidenza e liste per il consiglio, e gli stessi costituiranno il corpo elettorale che voterà i nuovi organi di governo degli enti. Sarà dunque una sfida all’ultimo voto… ponderato considerato infatti che il “peso del voto” di ciascun elettore sarà determinato in relazione alla popolazione del comune
L’elezione di secondo livello è sopratutto destinata a cambiare la partita politica considerato che non è sempre facile affibbiare un’appartenenza politica ai sindaci e ai consiglieri dei comuni siciliani. I sindaci metropolitani per legge sono quelli delle città di riferimento delle relative aree. A Palermo, Sindaco Metropolitano rimarrà Roberto Lagalla che, dopo un breve passaggio nell’Udc, adesso è a capo di una giunta di centrodestra di cui fa parte anche la sua lista civica che accoglie numerosi renziani e che potrebbe aspirare ad avere un ruolo di primo piano per la Città metropolitana di Palermo. Per Catania invece il sindaco Enrico Trantino è fedele ai colori di Fratelli d’Italia mentre la Città Metropolitana di Messina replica con di Messina Federico Basile è un fedelissimo di Cateno De Luca e che lo stesso leader di Sud Chiama Nord è sindaco di Taormina come anche il suo braccio destro Danilo Lo Giudice che guida il piccolo comune di Santa Teresa Riva.
Anche nei restanti liberi consorzi la partita politica potrebbe non seguire i classici canoni politici e partiti se si considera che a Trapani il sindaco Giacomo Tranchida non ha un rapporto felicissimo con i vertici del Partito Democratico e a Siracusa a Palazzo Vermexio il sindaco Francesco Italia di Azione guida una giunta civica.
In tutti i liberi consorzi le partire potrebbero essere molto aperte e assai poco politicizzate, facendo emergere invece equilibri territoriali difficilmente inquadrabili negli schemi politici regionali e nazionali.