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Le indagini

Strage di Ustica, bruciati i risarcimenti a Itavia: sequestro di centotrenta milioni di euro a due manager della compagnia

mercoledì 8 Maggio 2024
DC9 Itavia, Strage di Ustica
dc 9 itavia

Il Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza sta eseguendo un sequestro per circa 130 milioni di euro, emesso dal gip di Milano, nei confronti di due componenti pro-tempore del cda della società “Aerolinee Itavia Spa”, compagnia del Dc-9 di Ustica.

Si indaga su “atti di disposizione patrimoniale sui beni” della spa, spiega la Procura, “da parte degli amministratori che hanno ottenuto il controllo della gestione di Itavia”. Avrebbero “azzerato il patrimonio aziendale” derivante “dai risarcimenti corrisposti” alla spa “dai Ministeri della Difesa e delle Infrastrutture e dei Trasporti” per la strage di Ustica del 1980.

Oltre al decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip in un’inchiesta della Procura guidata da Marcello Viola, è stata anche eseguita “attività di perquisizione” nei confronti dei due ex amministratori della Aerolinee Itavia Spa, compagnia in liquidazione.

I due, secondo le accuse, avrebbero compiuto “atti di disposizione patrimoniale sui beni” della società, di cui sono diventati “anche gli azionisti di maggioranza”. E avrebbero “pressoché azzerato il patrimonio aziendale residuo derivante dai risarcimenti corrisposti” dai ministeri “a seguito delle vicende giudiziarie correlate alla strage di Ustica del 1980 in particolare deliberando due operazioni di finanziamento pregiudizievoli del patrimonio sociale, una da 130 milioni di euro (mai restituita) e l’altra da 45 milioni di euro (quest’ultima successivamente rimborsata), in favore di società a loro riconducibile”.

Avrebbero, in sostanza, svuotato la società di quei soldi ottenuti. Il finanziamento “da 130 milioni di euro veniva in particolare utilizzato – chiariscono i pm – anche per estinguere il prestito bancario utilizzato proprio per acquisire il pacchetto di maggioranza in Itavia rafforzando in tal modo la loro posizione all’interno della stessa”.

Queste “operazioni societarie sono state già oggetto di censura da parte della magistratura civile la quale, nell’aprile 2023, aveva nominato un Curatore Speciale che, fin dal maggio 2023 evidenziava l’irregolarità delle due operazioni di finanziamento in danno della società, dei soci di minoranza e dei creditori”. Alla luce di quanto evidenziato “dal Curatore Speciale, la tutela del patrimonio della società veniva affidato ad un amministratore giudiziario”.

Le indagini hanno permesso di individuare “come le somme, derivanti dal finanziamento di 130 milioni di euro erogato da Itavia a beneficio di una holding finanziaria facente capo ai due indagati, siano state reimpiegate per finalità estranee alla concessione della citata linea di credito”.

Sono indagati “i due ex amministratori, l’ex liquidatore” e “i sindaci, questi ultimi per aver omesso qualsiasi controllo sulle situazioni di conflitto di interesse e non aver adottato i provvedimenti previsti per legge”.

Sono riciclaggio, infedeltà patrimoniale e appropriazione indebita i reati contestati nell’inchiesta del pm di Milano Bruna Albertini. In sostanza, i due ex amministratori avrebbero coperto parte dei debiti che avevano contratto per scalare la spa, e diventare azionisti di maggioranza, svuotando il patrimonio della società di parte dei risarcimenti ottenuti dai ministeri per la strage di Ustica.

Risarcimenti che erano stati in totale di circa 330 milioni di euro. In particolare, coi soldi di Itavia, secondo l’accusa, avrebbero finanziato per 130 milioni di euro una società a loro riconducibile “per estinguere il prestito bancario utilizzato proprio per acquisire il pacchetto di maggioranza in Itavia”.

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