L’assestamento di bilancio del Comune di Palermo e la sua maratona, terminata con il voto finale, mostrano la fotografia del rapporto tra il Pd e il sindaco Orlando. Tecnicamente Orlando dovrebbe far parte del Partito Democratico. Ricordiamo prima delle Politiche, le dichiarazioni del primo cittadino di Palermo: “è una scelta personale. Contro i due populismi italiani, quello del Movimento 5 Stelle e quello di Silvio Berlusconi“. Diceva.
Per Orlando, eletto alla guida di Palermo con un suo movimento alleato col Pd: “il quadro politico era radicalmente cambiato” per effetto della legge elettorale. “Il mio partito è Palermo – diceva – ma il quadro è cambiato“.
Ma proprio 48 ore fa, il gruppo consiliare Pd non ha votato a favore della delibera proposta dal suo assessore al Bilancio, paradossalmente anche lui in quota Pd: Roberto D’Agostino.
Se il capogruppo del Partito Democratico a Palazzo delle Aquile, Giovanni Lo Cascio, non presente durante il voto per motivi lavorativi, cerca di mettere delle pezze sull’acaduto, il consigliere Rosario Arcoleo alza i toni, puntando il dito contro l’amministrazione e la giunta di Palermo. E lo ha fatto nel luogo pubblico per eccellenza, ossia nell’Aula consiliare del Municipio palermitano, votando un netto “NO” all’assestamento.
Dopo la scissione dei renziani, il gruppo Dem a Palazzo delle Aquile si è ristretto, rimanendo soltanto con i due componenti. Ma quale è la posizione del sindaco Orlando in merito al Pd? Questa è una domanda che può trovare in parte, delle risposte attraverso le dichiarazioni del consigliere Arcoleo: “Il sindaco un giorno dice di essere del Pd, un giorno dice che non ha rinnovato la tessera. Dovreste chiederlo a lui se è del Pd. Come dovreste chiederlo all’assessore D’Agostino se è ancora del Pd. Il primo cittadino prima della scissione di Renzi ha sempre interloquito con Davide Faraone, non ha mai discusso di tematiche comunali con altri componenti del partito. Il nostro gruppo consiliare aspetta da mesi un incontro con il sindaco per capire quali sono le sue prospettive politiche in merito alla città. Riguardo alla mia scelta di votare contrariamente all’assestamento di bilancio, è prettamente politica. L’assessore ha portato in Aula questo assestamento senza nessun dialogo. Io non sono il “palettista” della maggioranza. Il mio voto è un voto di sfiducia all’assessore e di responsabilità verso i cittadini” afferma a ilSicilia.it il consigliere Arcoleo.
Che i rapporti fra il Pd a Palazzo delle Aquile e l’assessore D’Agostino vicino all’ex dem e senatore Davide Faraone siano tutt’altro che idilliaci è dimostrato dalla sua stessa nomina in giunta: a quanto pare sarebbe stato inserito in giunta senza tener conto del parere dei due consiglieri del Partito Democratico, ma direttamente su gradimento o indicazione del renziano Faraone.
Non è la prima volta che Arcoleo denuncia il fatto, tanto che a fine ottobre, durante un incontro tra i componenti del Pd palermitano, era arrivato a chiedere le dimissioni dell’assessore.
Che il camaleontico Orlando abbia iniziato a flirtare con l’area renziana può essere un’ipotesi. Ma d’altronde si sa, il democristiano di ferro che vanta molteplici mandati da sindaco del capoluogo siciliano ha numerose risorse all’interno del suo “cappello magico”.