Il rebus infinito dello Stretto di Messina è tornato alla ribalta negli ultimi giorni. I colossi delle costruzioni, dopo l’insediamento del nuovo Governo Draghi (che racchiude al suo interno Lega e Forza Italia, da sempre pro ponte) adesso si fanno avanti.
Saipem crede fermamente nel progetto di attraversamento sottomarino dello Stretto di Messina attraverso un tunnel galleggiante, sul modello degli oleodotti e dei gasdotti realizzati nel mondo ed è pronta ad esportarlo ovunque. Lo ha detto nei giorni scorsi l’amministratore delegato Stefano Cao: “Per noi – ha spiegato il manager – il tema di attraversamento applicabile allo Stretto di Messina è la sintesi di tutte le nostre tecnologie sottomarine e non acquisite dall’azienda nel corso della sua vita. È la perfetta sintesi per ingegnerizzare e costruire l’infrastruttura sulla base delle nostre tecnologie – ha sottolineato – e una volta aperto un cammino lo andiamo a proporre anche in altre parti del mondo. Vedremo come mettere a punto questo tipo di capacità”, ha concluso il manager.
A pungere il governo anche l’amministratore delegato di WeBuild Pietro Salini, che a nome del gruppo che allora partecipò alla gara per il Ponte dice: “Noi abbiamo partecipato a una gara a suo tempo in cui c’era un ponte da fare, si chiama Ponte sullo Stretto. Se ce lo fanno costruire lo costruiamo, sarà lavoro per 100mila persone e sarebbe una buona occasione. Non sta a me decidere di farlo ma se ce lo fanno fare, noi siamo molto contenti di farlo. Abbiamo già costruito ponti per oltre mille chilometri nel mondo, penso che qualcosa sappiamo fare e siamo pronti a farlo”.
E sulla penale per il Ponte dice: “Ancora non l’ho vista, ma sono fiducioso”.