Campania, Sicilia e Puglia “sono tra le prime quattro regioni italiane dove negli ultimi 6 anni c’è stata la maggiore crescita di imprese digitali. In Campania, le imprese digitali sono cresciute del triplo rispetto al Piemonte. Staccate del 10% Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia”. Così si legge nel focus Censis Confcooperative ‘4.0 la scelta di chi già lavora nel futuro’ presentato oggi a Roma e in cui si spiega che le imprese digitali sono, ad esempio, “quelle dedite alla produzione di software, consulenza informatica, elaborazione dati, hosting, portali web, erogazione di servizi di accesso a Internet e altre attività connesse a telecomunicazioni e commercio al dettaglio attraverso la Rete”.
Tra il 2011 e il 2017 “la crescita maggiore di imprese digitali si è avuta in Campania con un incremento del 26,3%, in Sicilia con il 25,3%, nel Lazio con il 25,1% e in Puglia, 24,2%”, continua lo studio confermando come i processi di sviluppo basati sul digitale trovano terreno fertile anche in aree spesso ai margini della dinamica economica e produttiva intesa in senso tradizionale.
Spostando il confronto dalle regioni alle macro aree il risultato non cambia, nello stesso periodo, “il Mezzogiorno è quello con il più alto tasso di crescita di imprese digitali, +21,9%; seguito dal Centro con un incremento del 20,7%, mentre al Nord si osserva un’estensione della base produttiva del 14%”, conclude lo studio Censis Confcooperative.
“Le persone più qualificate saranno quelle che potranno cogliere le opportunità del 4.0. Questo ci deve portare a un investimento straordinario in formazione e innovazione perché tutti siano in condizione di capitalizzare le opportunità. Siamo per un 4.0 dal volto umano che non lasci indietro nessuno. In Italia, solo l’8,3% dei lavoratori sono impegnati in programmi di formazione permanente, al di sotto della media europea 10,8%. Dobbiamo fare molto di più – dice Maurizio Gardini presidente di Confcooperative – Formare non è una spesa, ma un investimento sul futuro del paese”.