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“Sulle Orme di San Bernardo”: l’entroterra siciliano riprende vita con il turismo esperienziale tra arte, natura e fede CLICCA PER IL VIDEO

venerdì 18 Aprile 2025

Sulle Orme di San Bernardo, fondato da Pietro Di Miceli, è un progetto che nasce dopo un lungo studio sul territorio dell’Alto Belice Corleonese e sulle risorse materiali e immateriali legate al tema storico-religioso.

Ai microfoni de ilSicilia.it Pietro Di Miceli ci racconta di un percorso alla scoperta di un territorio che anticamente era molto importante, strategico e vissuto, e che invece oggi si è ritrovato ad essere spopolato e senza turismo, “cercando così di mantenere in vita le piccole comunità dell’entroterra siciliano, e che grazie a questi cammini hanno avuto grande notorietà“.

L’economia di molti comuni, oggi, viene appunto arricchita e alimentata da un continuo passaggio di pellegrini, “con un’indotto economico moltiplicato per il numero, per le migliaia di camminanti che giornalmente percorrono i nostri territori, diventa ovviamente un’opportunità per integrare il proprio reddito, per tenere aperta quella casa di paese, quella casa che è lungo il percorso, che altrimenti esisterebbe più“. Piccoli comuni che purtroppo oggi soffrono della crisi economica e demografica.

Il cammino si costituisce di un itinerario che ripercorre i luoghi in cui visse San Bernardo da Corleone dal 1631, anno in cui prese il saio nel convento di Caltanissetta, fino alla sua morte nel 1667, a Palermo.

 

Il suo peregrinare verso i conventi della Provincia Religiosa Dei Frati Minori Cappuccini Di Palermo è stato così ripercorso attraverso antichi tracciati viari, le Regie Trazzere che partono da Corleone e si allargano su tutta la Sicilia occidentale in direzione delle tappe finali, Sciacca, Palermo, Caltanissetta, Castelvetrano e Agrigento.

Così ci racconta Anna Turco, progettista di sulle Orme del Cammino di San Bernardo e vicepresidente dell’associazione Animosa Civitas, ripercorre passo passo il suo cammino.

Cammini di fede e arte e natura“, infatti, dove uno degli aspetti fondamentali è proprio quello religioso dedicato a un santo corleonese, uno dei due santi corleonesi, che nasce proprio dal senso di dare anche così una nuova veste a Corleone, famosa per altri aspetti invece, in questo caso e soprattutto è la città natale di due santi.

San Bernardo da Corleone è un santo del 1600, canonizzato però soltanto 25 anni fa. Il personaggio, la sua storia, che è tutta ampiamente documentata grazie agli atti di canonizzazione, è molto molto simile a quella che racconta Alessandro Manzoni per descrivere il personaggio di Fra Cristoforo. Lo abbiamo ritrovato e possiamo tranquillamente passeggiare per le vie del centro storico di Corleone e rivivere così la storia, tramite queste testimonianze, sappiamo com’è andata la vicenda, minuto per minuto, la possiamo rivivere, grazie alle testimonianze cittadini che erano presentii, grazie ai racconti che si sono fatti nel tempo.

San Bernardo decide, a seguito del duello con Vito Canino, di prendere il saio francescano e quindi come primo cammino di fede, viene chiamato ed entra presso il convento di Caltanissetta. Il Santo inizia questi cammini all’interno della provincia religiosa dei frati minori Cappuccini di Palermo, che è un’antica ripartizione territoriale dei frati Cappuccini in Sicilia, quindi si muovevano all’interno di quest’area che è l’antico Val di Mazzara.
Così abbiamo potuto ricostruire il cammino, proprio come è stato fatto con Padre Pio, verso Agrigento, Caltanissetta, negli ultimi anni verso Palermo, verso i conventi più piccoli, come per esempio quello di Bisacquino, di Bivona, che all’epoca erano invece dei centri molto importanti.

I cinque cammini così definiti possono essere percorsi a piedi in bici o a cavallo, privilegiando quella che si definisce slow mobility, ovvero mobilità dolce.

Un progetto, quindi, che vuole promuovere la riscoperta del camminare e dell’immergersi nella natura a passo lento divenendo un progetto di turismo religioso, ma anche naturalistico e culturale. “Sulle orme di San Bernardo, Cammini di fede, arte e natura” risponde in pieno a questi dettami poiché rispetta tutte le caratteristiche di sostenibilità.

La sostenibilità ambientale garantita dal rispetto dei luoghi, sostenibilità economica, garantita dai bassi costi di gestione degli itinerari, e sostenibilità etica e sociale, garantita dal rispetto degli usi e costumi dei luoghi, nasce proprio dalla ricerca di elementi storici e sociali insiti nel territorio.

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