PALERMO. In una terra, quella Sicula, terra del Gattopardo e di Pirandello, dove tutto spesso funziona al contrario, capita pure questo: un’intera città (il Capoluogo di Regione, Palermo) danneggiata da oltre un decennio per il mancato completamento di ben 3 opere pubbliche fondamentali (il Sottopasso di via Perpignano, il raddoppio del Ponte Corleone e il Collettore fognario Sud-Orientale) vede oggi combattere una lunghissima battaglia giudiziaria con l’impresa cui furono rescissi i contratti d’appalto.
Stiamo parlando della celebre “Cariboni strade e gallerie spa” di Rocca di Caprileone (Messina). Dopo anni e anni di silenzio emerge oggi una verità inquietante, a tratti imbarazzante: l’impresa (contrariamente alle voci di corridoio di quegli anni) non è mai fallita e oggi sta portando avanti ben 3 cause civili contro il Comune di Palermo per essere risarcita del danno subito.
«Sono state emesse le tre sentenze nei processi di 1° grado; mentre in un caso siamo già in fase di appello», rivelano dal Polo Tecnico di via Ausonia. E – udite udite – pare che la magistratura non abbia dato ragione esclusivamente al Comune, ma abbia riconosciuto danni e risarcimenti «ad entrambe le parti». Un paradosso, se si pensa che, proprio a causa dei ritardi e presunti guai finanziari dell’impresa messinese, uno dei tre appalti addirittura non fece neppure in tempo a partire. E oggi un’intera città è rimasta sotto scacco, tanto da aver perso perfino i fondi statali, andati quasi certamente in perenzione.
Stiamo parlando del Sottopasso di via Perpignano (valore 23,8 milioni di euro, oggi costerebbe 34,1 mln) che avrebbe consentito di decongestionare una volta per tutte il traffico in viale Regione Siciliana, la Circonvallazione cittadina, meglio nota come “strada più trafficata d’Italia”, liberandola da quell’odioso attraversamento pedonale semaforico. Un’anomalia tutta palermitana quella di avere dei semafori in una tangenziale. I “tappi” di via Evangelista Di Blasi e del “Palazzo dei Sogni” per fortuna oggi non esistono più; restano da eliminare gli attraversamenti semaforici di piazzale Giotto e via Perpignano.
Il Comune di Palermo nel 2008 (all’epoca c’era il sindaco Cammarata) si vide costretto a rescindere i 3 appalti per «ingiustificata inattività dell’impresa». Oggi non v’è più traccia di quei cartelli (vedi FOTO sopra) che un tempo annunciavano l’inizio di quell’opera fondamentale per Palermo, colpita dalla famigerata piaga del “traffico“.
Per il raddoppio del ponte Corleone – opera da 14 milioni di euro (oggi lievitati a 21) – invece i cartelli ci sono ancora, arrugginiti per la verità, a pochi metri dall’ormai vetusta struttura esistente. Lì la Cariboni avviò i lavori, fermandosi però ad un misero 15% (costruzione delle “spalle” su un lato).
Per il sottovia Perpignano uno sconfortante 0%; mentre si fermò al 40% il cantiere del Collettore emissario Sud-Orientale (fondamentale opera fognaria oggi rifinanziata dalla delibera Cipe 60/2012) da 33,6 milioni di euro.
Ma andiamo con ordine. Ecco po’ di storia di quest’Odissea senza fine…
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