L’aspro dissidio che ha fomentato lo scontro tra Almaviva e sindacati è avvenuto dopo la proclamazione di uno sciopero da parte dei rappresentanti dei lavoratori del gruppo per l’intera giornata di lunedì prossimo; a ciò si è aggiunta dichiarata indisponibilità da parte dell’azienda all’utilizzo della prestazione Cigs di cassa integrazione ribadendo, inoltre, il taglio secco del salario contrattuale dei lavoratori su tutte le sedi di Almaviva in Italia come unica soluzione alternativa ai licenziamenti.
Dopo un incontro avvenuto al Mise con Almaviva, i sindacati Cgil, Cisl e Uil oltre che le Rsu dei distretti di Napoli e della Capitale si sono soffermati sul licenziamento collettivo di ben 2.511 lavoratori sottolineando come il Ministero abbia avanzato la propria disponibilità a ricercare soluzioni utili a favorire l’accesso alla Cigs.
Ma l’azienda call centre tuona ed accusa i sindacati di mistificare la realtà attribuendo alla loro azienda parole e fatti mai esistiti. “Il solo ricorso ad ammortizzatori sociali è fine a se stesso inadeguato e fuorviante – affermano dal Almaviva – servono interventi strutturali che garantiscano il raggiungimento dell’equilibrio aziendale, la salvaguardia dell’occupazione e soluzioni di risanamento stabili“.