Bufera in arrivo sul Palacongressi di Taormina. Rischia infatti di finire nelle aule di tribunale l’affidamento in concessione dei servizi di promozione e gestione delle attività congressuali di organizzazione degli eventi da svolgere al “Palazzo dei Congressi” disposta con gara d’appalto del Comune di Taormina. L‘aggiudicazione provvisoria della gara era andata al raggruppamento temporaneo d’impresa tra la società Aditus Srl (mandataria) e la società Momento Srl (mandante) per un canone annuo da versare al Comune di Taormina pari ad euro 60.720,00 oltre Iva, per la durata di 9 anni.
A scrivere al sindaco di Taormina, Mario Bolognari con un atto di diffida è l’altro privato che si è presentato alla gara, un raggruppamento temporaneo d’imprese guidato dalla Interguest, con Videobank e Centomedia & Lode. Con la diffida, trasmessa questa mattina via pec indirizzata all’amministrazione e al Rup, si chiede la revoca e/o l’annullamento in autotutela del provvedimento di aggiudicazione provvisoria. Solamente nei giorni scorsi, a più di due mesi di distanza dalla richiesta di accesso agli atti della gara, l’rti è riuscito a poter visionare gli atti, dalla cui lettura sono emersi elementi di irregolarità.
“Dall’esame della documentazione ricevuta -scrive l’amministratore unico di “Interguest”, Alfio Maria Vittorio Drago -è emerso come l’aggiudicazione risulti palesemente condizionata da vizi formali e sostanziali, che in questa fase – senza pretesa di esaustività – si riassumono in: 1) Errata attribuzione dei punteggi automatici delle voci A.3 – A.4 – A.5.; 2) Errata attribuzione dei punteggi discrezionali, tenuto conto l’esistenza di presupposti erronei e/o falsi e/o in violazione di legge; in particolare, l’ipotetica sala polifunzionale da n° 500 posti (attualmente collaudata e pubblicizzata istituzionalmente per una capienza di n° 150 posti) risulta irrealizzabile per la superficie a disposizione, stante l’ipotetico maggior allargamento tecnico, sufficiente ad una capienza normativa non superiore a circa n° 280 unità; con refluenze erronee quanto inaccettabili rispetto alla presentazione ed alla sostenibilità economica della iniziativa di cui al punto A.2 del bando; 3) Errata interpretazione del tariffario d’uso si cui al punto 4.1.5 e del numero di giornate annue concesse in uso gratuito di cui al punto A.5. 4) Altre evidenze erronee e/o non esistenti, tali da aver inciso in maniera determinante sulla gestione degli atti di gara, in aperta violazione dei principi di libera concorrenza tra le imprese”.
Alla luce di quanto emerso quindi con la diffida si invita l’amministrazione comunale di Taormina a revocare e/o annullare in autotutela il provvedimento di aggiudicazione della gara in oggetto, arrestando conseguentemente tutti gli atti consequenziali. In caso di mancato riscontro le imprese sono pronte ad agire dinanzi all’Autorità Giurisdizionale competente. La palla passa quindi al Comune che dovrà decidere se prendere in esame la diffida o rischiare un ricorso al Tar.
Il Palacongressi di Taormina è stato sottoposto nel 2017 ad interventi prima e dopo il G7 per 4 milioni di euro, che hanno riguardato la sistemazione e messa a norma della struttura, con fondi messi a disposizione dal governo italiano. La struttura potrebbe rappresentare un “volano” per il turismo e l’indotto economico in città, specie per la tanto auspicata destagionalizzazione, ma ora si va verso lo stop all’appalto che era stato indetto dal Comune e le cui procedure erano state espletate dalla Cuc (Centrale Unica di Committenza) con sede a Letojanni.