Dopo tre tentativi andati deserti il Comune di Taormina prova nuovamente a trovare qualcuno che sia disposto a prendere in affitto l’ex casa del “Re dei videopoker”, Gioacchino Campolo, un immobile che a suo tempo il Comune ha acquisito al proprio patrimonio dall’Anbsc (Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata).
Le procedure espletate il 19 dicembre 2017, il 24 luglio 2018 e il 7 febbraio 2019 senza che sin qui nessuno si sia fatto avanti, hanno spinto l’Amministrazione comunale e gli uffici di Palazzo dei Giurati alla previsione di un quarto tentativo.
Così la Giunta ha disposto la predisposizione di un nuovo avviso pubblico per la “manifestazione d’interesse alla stipula di un contratto di locazione dell’immobile per la locazione da adibire ad uso civile abitazione, con richiesta di un canone iniziale di 250 euro mensili”. L’aspettativa è quella di far sì che attraverso la richiesta di una cifra abbastanza abbordabile si possa trovare qualcuno che sia disposto a interessarsi al bene.
“La durata della locazione sarebbe di 4 anni, con pagamento della prima mensilità a decorrere da dopo 6 mesi dalla stipula del contratto”, evidenzia la Giunta nella proposta di delibera a firma dell’assessore al Patrimonio, Alfredo Ferraro. Nell’apposita relazione il dirigente, ing. Massimo Puglisi, ha evidenziato “le particolari circostanze”, “le gare deserte” e che si tratta “di un immobile confiscato la cui concessione in locazione appare difficile in relazione anche ai valori di mercato”.
“Il Comune – ha rilevato il funzionario – sostiene le spese per gli oneri condominiali e sarebbe opportuno affittare l’immobile ad un prezzo inferiore a quello di mercato, ritenendo congruo l’importo iniziale delle 250 euro. E per cercare di avere dei partecipanti è stata prevista l’ulteriore agevolazione del rinvio di pagamento della prima mensilità dopo 6 mesi dalla stipula del contratto. I locali si trovano in stato di abbandono da molto tempo e prima di essere utilizzati necessitano di lavori di manutenzione, opere da aggiungersi a carico della ditta e che a fine locazione resteranno di proprietà del Comune”.
Di recente il Comune ha inserito il bene nel cosiddetto “Allegato C” del piano dei beni comunali “da valorizzare”. “Immobile confiscato e da locare”, è la dicitura apposta dall’Amministrazione per questo appartamento sito in Via Nazionale, a Spisone, al quale viene attribuito un valore di 140 mila euro. Ora viene avviato il quarto tentativo di mettere a reddito l’appartamento confiscato dallo Stato a Gioacchino Campolo.
L’edificio è sito a Spisone, al piano 1 del “Condominio Villa Elisa”. L’immobile, come detto, al momento resta in stato di abbandono. È stato a suo tempo trasferito al Comune con obbligo di “reimpiego dei relativi proventi esclusivamente per finalità sociali” e risultava intestato, come detto, a Campolo, l’imprenditore calabrese considerato in rapporti organici con la ‘Ndrangheta, condannato definitivamente a 16 anni di carcere per estorsione aggravata dal metodo mafioso per aver imposto a vari esercizi commerciali, grazie al sostegno dei clan, la proprie “macchinette”, ed al quale lo Stato ha confiscato numerosi beni per un valore di 330 milioni di euro.
E non soltanto il Comune non è ancora riuscito a locare il bene ma ha anche dovuto sostenere sinora circa due anni di spese condominiali per l’immobile, dovendo ottemperare a quanto sollecitato dall’amministratore del condominio per “il pagamento delle somme (circa un migliaio di euro) per il saldo degli oneri condominiali per gli anni 2017, 2018 e 2019.