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È l’atmosfera di magia che regna sovrana su personaggi e trama ne “La tempesta” di Shakespeare che porta la firma alla regia di Roberto Andò, in scena al Teatro Biondo di Palermo, ultima produzione del 2018.
Il preludio della tempesta viene annunciato dal soffio, delicato e suggestivo, di Ariel (un Filippo Luna in stato di grazia), su un veliero in miniatura che scompare nel buio della sala.
“Gran parte dei desideri finiscono in fastidi“, dichiara Prospero (Renato Carpentieri) circondato da libri, unico sollievo negli anni di esilio, che in un fluire, a parole, della mente ha escogitato un piano per congedarsi dal mondo e iniziare la figlia Miranda (Giulia Andò) alla vita e al mistero dell’esistenza.
Tutta la vicenda si svolge all’interno della grotta di un’isola del Mediterraneo, dove si trovano anche Ariel e Calibano (Vincenzo Pirrotta) che, nella scena sapiente e raffinata di Gianni Carluccio, rievoca un’atmosfera anni ’50 con con elementi “vivi” generati da tutti i personaggi sul palco. Ogni passo, infatti, si svolge su uno specchio d’acqua.
Così come la tela, che fa a tratti da quarta parete fisica, nel suo calare e salire gronda di acqua, ricreando suono e immagine purificatori.
L’intento di Andò, di ricreare atmosfere e suggestioni, senza effetti speciali, riesce benissimo grazie anche al progetto luci (Angelo Linzalata), alle musiche originali di Franco Piersanti e ai costumi di Daniela Cernigliaro.
Nel progetto di “sconvolgimento e rinascita” approdano sull’isola il re di Napoli, Alonso (Gaetano Bruno che spicca tra gli altri per la sua interpretazione) suo figlio Ferdinando (un Paolo Briguglia in sintonia con Miranda), suo fratello Sebastiano, il duca di Milano, Antonio e vari cortigiani.
In una formazione corale, per quanto nessun personaggio prevalga, forse volutamente, sull’altro non stona neanche l’utilizzo del napoletano e del dialetto siciliano, nell’interpretazione misurata ed efficace di Paride Benassai (Trinculo).
Non ultimo tassello a rendere la magia di questa pièce, piacevole e rara parentesi di vero teatro in un panorama locale non sempre felice, è l’opera in sè (nella traduzione di Nadia Fusini) senza tempo, di estrema attualità e perciò un capolavoro.
Dopo il debutto nazionale a Palermo, lo spettacolo replicherà a maggio al Piccolo Teatro di Milano e poi in tournée per la stagione 2019-20.