Tre coreografie di tre autori diversi compongono lo spettacolo “La Grande danza: Doda, Duato, Kylián” che debutterà al Teatro Massimo sabato 28, ore 20.30, con diretta streaming sul sito della Fondazione; dirige l’Orchestra il maestro Alessandro Cadario.
Il Corpo di ballo del Teatro Massimo sarà impegnato in una coreografia corale, che vede i ballerini passare dall’immobilità forzata alla frenesia, a volte muovendosi insieme come ingranaggi di una gigantesca macchina, a volte chiusi ognuno come in un proprio personale delirio, dove ogni minimo gesto assume importanza fondamentale.
La prima delle tre coreografie è “Sin lo cual no” del coreografo albanese Gentian Doda, su musiche di Joaquín Segade che, utilizzando anche rumori industriali, accentuerà la visione di una umanità dominata dalle macchine (scene di Susana Riazuelo; costumi di Jaime Roque de la Cruz; luci curate da Nicolás Fischtel, assistente alla coreografia Dimo Kirilov, allestimento del Teatro Massimo).
È invece la natura con i suoi misteriosi poteri al centro di “Duende” con la coreografia di Nacho Duato, su musiche di Claude Debussy eseguite da Rosolino Bisconti al flauto, Gaspare D’Amato alla viola e Valentina Rindi all’arpa con l’Orchestra del Teatro Massimo (scene firmate da Walter Nobbe, costumi di Susan Unger, luci di Nicolás Fischtel, assistenti alla coreografia Eva López Crevillén e Catherine Habasque, in un allestimento del Balletto di Bratislava).
Con il termine “duende” si intendono in spagnolo gli elfi, esseri magici che abitano la natura e la animano con i loro scherzi e le loro capriole, trasportando il pubblico in un mondo fatato, dove le leggi ordinarie della vita umana perdono di potere e significato.
Alle più intellettuali e spiritose risorse dell’umanità, incarnate nel secolo dei lumi e nella musica di Mozart, fa invece allusione “Sechs Tänze” su coreografia, scene e costumi di Jiri Kylián, costruito sulle musiche delle Sei danze tedesche di Wolfgang Amadeus Mozart, (luci realizzate da Joop Caboort, assistente alla coreografia Alberto Montesso, nell’allestimento del Semperoper Ballet di Dresda).
Con questa coreografia il grande coreografo ceco propone al pubblico “sei momenti apparentemente privi di senso, impossibilitati a svilupparsi davanti al mondo d’oggi sempre turbato che, per ragioni imprecisate, ciascuno porta dentro di sè”, utilizzando quel “favoloso strumento che è il nostro corpo, così ricco che supera tutte le lingue del mondo”.
Lo spettacolo rappresenta, anche, l’omaggio del Teatro Massimo alla Giornata Internazionale della Danza di domenica 29 aprile (17.30); repliche tutti i giorni da mercoledì 2 maggio fino a sabato 5 maggio (ore 18.30).