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Debutterà in prima nazionale, venerdì 7 dicembre ore 21, al Teatro Biondo di Palermo, che lo produce, “La tempesta” di Shakepseare per la regia di Roberto Andò.
“È un’opera sempre attuale, un capolavoro in cui le generazioni possono trovare un motivo di interesse sul nucleo essenziale che riguarda il senso della vita“.
Il regista palermitano, sulla scorta dell’esperienza maturata sul set del suo ultimo film (“Una storia senza nome”) ha affidato a Renato Carpentieri il ruolo di Prospero, “uomo vecchissimo e sapientissimo che attira nel suo rifugio, un’isola, i nemici, li perdona, dà loro in dote la sua figlia bellissima, poi spezza la bacchetta, sotterra il libro, disperde i sortilegi“.
“Oggi – ci dice Andò nella video intervista – c’è un richiamo come ieri alla tempesta circostanza che si verifica quotidianamente; ciò che è importante dopo questo evento è ritrovare se stessi, ancor di più ai nostri tempi perché è un mondo dove si accumulano le tempeste“.
Ultimo capolavoro di William Shakespeare, con il quale si congedò dalle scene, “La tempesta” è un congegno teatrale prodigioso, in cui s’incrociano alcuni temi che prefigurano l’orizzonte della modernità: lo sguardo occidentale a confronto con quello dell’altro, la realtà e l’illusione, l’incantesimo della mente e il potere come complotto e usurpazione, il mistero della giovinezza e l’incombere della fine.
Andò rilegge la commedia attraverso il fluire, grandioso e imprevedibile, della mente di Prospero, assecondando l’incedere minuzioso e incalzante del suo piano per congedarsi dal mondo e iniziare la figlia Miranda alla vita e al mistero dell’esistenza.
Il Prospero dei giorni nostri, Carpentieri, è affiancato da un cast d’eccellenza: Vincenzo Pirrotta (Calibano), Filippo Luna (Ariel), Giulia Andò (Miranda), Paolo Briguglia (Ferdinando), Paride Benassai (Trinculo e Antonio), Gaetano Bruno (Stefano e Alonzo), Fabrizio Falco (Gonzalo e Iris).
“Non amo dichiarare che cosa faccio – conclude il regista – dico che è un’opera a cui bisogna accostarsi con grande delicatezza, cercando di estrarne alcuni temi come quello di una magia che non è soltanto quella degli effetti ma quella de “l’incanto che viene dopo la disillusione” alla quale siamo condannati come esseri umani“.
Lo spettacolo, in Sala Grande, replicherà fino al 16 dicembre; ulteriori informazioni sul sito de Teatro.