“Il nucleo di valutazione ha completato il suo lavoro e ha verbalizzato l’idoneità di due progetti per termovalorizzatori, uno per la Sicilia occidentale (647 milioni) e uno per la Sicilia orientale (poco meno di 400 milioni)”. A dirlo, il Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci.
Il prossimo passo sarà quello di predisporre due bandi che segua la procedura del project financing e che richiederà ancora il coinvolgimento dei privati. “Stiamo lavorando – ha continuato il Governatore – perché siamo convinti che sia questa la soluzione insieme alla raccolta differenziata. Così ci liberiamo della schiavitù delle discariche dei rifiuti”.
Gli impianti di smaltimento dell’ indifferenziata dovrebbero sorgere nell’area industriale di Gela a Piana del Signore e in quella di Catania, a Pantano d’Arci, quartiere della città etnea. Secondo alcune indiscrezioni giornalistiche, ad avere la meglio sarebbero stati i progetti presentati, nel primo caso da Asja ambiente- Kinetics technology spa e Technimont spa e , nel secondo caso da A2A, Ambiente spa, ” TermoKimik corporation impianti e procedimenti industriali spa” e Acciaierie di Sicilia spa. Anche se al bando potrà partecipare chiunque, a questi colossi dovrebbe essere garantito un diritto di prelazione che, a parità di offerta, aggiudicherà la concessione triennale in cambio della realizzazione delle opere.
Fino al 2026 dunque i rifiuti siciliani indifferenziati continueranno a essere conferiti in discarica nell’attesa che vengano completati tutti gli step della procedura (progettazione esecutiva, VIA -Valutazione di Impatto Ambientale, costruzione). L’impianto di Pantano d’Arci, dovrà costare meno di 400 milioni e sarà una struttura a griglia mobile che trasforma l’immondizia in energia e calore mentre, quello di Gela avrà un valore di circa 647 milioni di euro e produrrà metanolo, idrogeno e syngas. In tutto si parla di un piano da circa un miliardo di euro.
Su quest’ultimo punto, vale la pena ricordare un precedente comunicato di Asja spa che, due mesi fa smentiva categoricamente l’ipotesi di un termovalorizzatore a Bellolampo a Palermo. Una dichiarazione che oggi troverebbe il suo seguito nella scelta di assegnare al polo di Gela, la trasformazione dei rifiuti provenienti dalla Sicilia occidentale. Nello specifico, si leggeva che “Quanto alla procedura della Regione Siciliana relativa a due termoutilizzatori, Asja, in associazione con il Gruppo Maire Tecnimont, ha proposto un progetto per un impianto di trattamento – senza combustione – dei rifiuti non differenziabili per la produzione di idrogeno, metanolo ed etanolo, da realizzarsi in un’area industriale già insediata che non ricade nel Comune di Palermo”. La scelta di Gela quale luogo per la costruzione dell’impianto in cui dovrebbero essere conferiti i rifiuti della Sicilia occidentale (Caltanissetta, Agrigento, Trapani e Palermo), sembrerebbe dunque confermare questa intenzione mentre, per le restanti province, si farebbe riferimento all’impianto etneo.
Una volta a regime, ciascun impianto potrà trattare tra le 300.000 e le 450.000 tonnellate di rifiuti. “Siamo convinti – continua Musumeci – che sia questa la soluzione assieme all’aumento della raccolta differenziata. Tutto quello che rimane indifferenziato va nel termoutilizzatore, che produce per altro energia, e così ci liberiamo della schiavitù delle discariche ” .