Il ripristino del voto sulle Province. Uno dei punti al momento in cima alle agende politiche dei partiti politici regionali. L’obiettivo è di ritornare all’elezione diretta di Città Metropolitane e Liberi Consorzi. Ad oggi, a decidere la governance dell’ex Province dovrebbero essere sindaci e consiglieri del territorio di riferimento attraverso le cosiddette elezioni di secondo livello. Un quadro normativo stabilito dal Governo Nazionale con la legge Delrio. Peccato che, nell’ultimo decennio, gli amministratori locali non hanno mai potuto esprimersi viste tutte le proroghe dei commissari provinciali stabilite dai vari Governi Regionali.
Cronoprogramma serrato all’ombra di Roma
La linea del centrodestra sembra essere quella di procedere al ritorno al voto popolare. Il cronoprogramma è serrato. Arrivato l’ok dalla commissione Affari Istituzionali presieduta da Ignazio Abbate e votato in aula il rinvio delle elezioni di secondo livello, la palla passa adesso alla commissione Bilancio. Tutto sembra già tracciato per portare il ddl in aula dopo la legge Finanziaria, ovvero ad inizio 2025. Prima però bisognerà fare i conti con Roma. In particolare con la Corte Costituzionale, la quale ha recentemente dato ragione al ricorso avanzato dal comune di Enna su alcuni decreti di proroga degli attuali commissari provinciali.
Un pronunciamento dei giudici che si muove nella direzione di dire basta al rinvio delle elezioni. Il voto è chiesto a gran voce da sindaci e consiglieri da tutta la Sicilia. Dopo il nulla di fatto sul ddl enti locali, i comuni dell’Isola invocano spazio. Ma superare i limiti imposti dalla legge Delrio non sarà così facile. Ciò al netto della necessità di reperire non solo i soldi per le elezioni (che attualmente si aggirano intorno ai 5 milioni di euro), ma anche i fondi per sostenere il funzionamento delle Province. Un compito che spetterebbe in capo al Governo Nazionale, anche se oggi i margini di manovra sono decisamente scarsi.
Il ricorso del comune di Enna, parola al sindaco
La scorsa settimana si è chiusa con l’ennesima sentenza della Corte Costituzionale, la quale ha dato ragione al comune di Enna sull’ennesima proroga del commissario provinciale del Libero Consorzio avanzata dalla Regione Siciliana. Mossa voluta dal sindaco del capoluogo di provincia Maurizio Dipietro. “Ho dato impulso all’avvocatura comunale per procedere in tal senso. Questa anomalia democratica si ripete ormai da una dozzina d’anni. E’ iniziata addirittura nell’era Crocetta. Nel corso di questi anni ho sollevato la questione. Lo avevo fatto anche all’Anci Sicilia. E’ un tema che non è nè di destra nè di sinistra. Con il passare del tempo e con il prosieguo delle proroghe, anche con qualche esperienza non felicissima con i commissari ennesi, ad un certo punto mi sono determinato ad un impugnare uno dei tanti decreti di proroga eseguiti dalla Regione“.
Il primo cittadino ennese si dice favorevole ad un possibile ritorno al voto popolare, anche se oggi gli ostacoli da superare sono tanti. “Secondo me – sostiene Dipietro – l‘elezione diretta delle Province, se non viene abrogata la legge Delrio, non può essere messa in campo. La legge Delrio è una grande riforma socio-economica. La Corte Costituzionale ha detto, proprio per questo, cge non si può derogare. C’è l’intenzione politica di ripristinare le Province. Credo sia più giusto ricorrere all’elezione diretta. Pur tuttavia, se oggi la legge Delrio è insuperabile anche per le Regioni a Statuto Speciale, si deve andare a votare con le elezioni di secondo livello. Vorrei capire qual’è il problema. Si potrebbe votare oggi con le elezioni di secondo livello e, una volta approvata una legge a Roma, si potrebbe procedere all’elezione diretta“.
Si parlerà delle Province al vertice di maggioranza
In un quadro non semplice, la commissione Bilancio dell’Ars attende di riprendere l’analisi del testo che, la scorsa settimana, ha incassato l’ok della commissione Affari Istituzionali. Un tema di cui si parlerà anche nel vertice di maggioranza convocato per oggi pomeriggio a Palazzo d’Orleans. Il disegno di legge è stato firmato da tutti i capigruppi del centrodestra e dal deputato regionale della Dc Ignazio Abbate, presidente della commissione Affari istituzionali. Pur tuttavia, fonti di Radio Palazzo parlano di un malessere interno a qualche partito nelle aree più a destra della coalizione. Diffidenza sul tema che si è già manifestata in estate, quando il ddl governativo sul ritorno al voto diretto delle Province fu affossato in aula. Un destino a cui è seguito il terzo ritorno in commissione del ddl enti locali. Rinvii. Una parola che non piace alla Corte Costituzionale, la quale invece chiede di procedere con le elezioni di secondo livello, in modo da risolvere un’anomalia che in Sicilia va avanti da oltre dieci anni.