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Traffico umano, sfruttamento sessuale e schiavitù di minorenni: 4 arresti a Siracusa

giovedì 5 Agosto 2021
immagine di repertorio

E’ stata denominata “Bad mama” (mamma cattiva, ndr) l’operazione della Squadra Mobile di Siracusa con la collaborazione dell’Ufficio di Polizia di Frontiera di Malpensa che sotto il coordinamento della Dda di Catania ha portato all’arresto di quattro cittadini nigeriani gravemente indiziati, con altri indagati non ancora identificati in Libia e Nigeria, di tratta di esseri umani, sfruttamento sessuale e riduzione in schiavitù.

Reato aggravato dall’aver agito anche in danno di minori, dall’aver esposto le persone ad un grave pericolo per la vita e l’integrità fisica (precisamente facendo loro attraversare il continente di origine sotto il controllo di criminali che le sottoponevano a privazioni di ogni genere e a diverse forme di violenza, ed, infine, le facevano giungere in Italia via mare a bordo di imbarcazioni occupate da moltissimi migranti esponendole ad un altissimo rischio di naufragio), dall’aver contribuito alla commissione del reato un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno stato, dei delitti di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, anch’essi pluriaggravati analogamente ai delitti di tratta di esseri umani, del delitto di sfruttamento della prostituzione.

Le indagini della Questura di Siracusa sono state avviate dopo l’identificazione di una giovanissima cittadina nigeriana Ella (nome di fantasia), appena fuggita dall’abitazione della propria madame che dopo averla sottoposta al rito Ju-Ju, l’aveva trasferita in Italia, attirandola con la falsa promessa di un lavoro lecito e profittando della giovane età della ragazza (appena 16 anni) e, una volta in Italia, l’aveva invece costretta a prostituirsi, utilizzando anche strumenti di coercizione violenta atteso il rifiuto della giovane di prestarsi allo sfruttamento sessuale, in ciò facendosi coadiuvare da un connazionale con il quale intratteneva una relazione sentimentale.

Anche un’altra giovane ragazza, al pari di Ella, era stata trasferita dalla stessa madame dalla Nigeria all’Italia, con le stesse modalità, per appropriarsi dei guadagni del meretricio della connazionale. Così come altre 12 vittime di storie di sfruttamento della prostituzione. I quattro indagati arrestati – tra cui la madame nigeriana – potevano contare su contatti con connazionali all’estero, in Nigeria e in Libia che gli consentivano di seguire a distanza tutte le fasi del trafficking: dal reclutamento alla sottoposizione a JuJu, dalla partenza dalla Nigeria all’arrivo in Libia e così via.

Uno degli indagati svolge in forma professionale l’attività di intermediazione finanziaria e in particolare di raccolta abusiva del risparmio e di abusiva intermediazione nel cambio monetario, consentendo a terze persone, a fronte del pagamento di commissioni, il trasferimento di fondi all’estero, anche mediante rapporti fiduciari di tipo compensativo con corrispondenti esteri che provvedevano a erogare al destinatario in Nigeria una somma equivalente a quella consegnata in Italia, ma in valuta nigeriana, senza passare così attraverso i canali bancari e finanziari ufficiali e in elusione delle disposizioni di legge che regolamentano le operazioni.

 

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