Laddove c’erano degli alberi, ora ci sarà il tram. Sembra quasi una strofa de “Il ragazzo della Via Gluck” di Adriano Celentano. Quell’erba, o in questo caso quel verde che scompare lasciando il posto al cemento e al ferro dell’infrastruttura voluta dal Comune di Palermo. Realizzare grandi opere pubbliche significa, spesso, scendere a compromessi urbanistici. Un sacrificio che, nel caso della futura linea C, è rappresentato da circa 300 alberi distribuiti fra corso Tukory, via Ernesto Basile e viale Regione Siciliana.
Sulla questione è stata realizzata un relazione dall’ex assessore comunale Giuseppe Barbera, incaricato dall’Amministrazione Comunale di esporre una relazione sullo stato del verde urbano presente sul percorso dei futuri lavori. Lavoro di consulenza che si è concretizzato nello stralcio di progettazione esecutiva della linea C redatto a fine 2024 ed oggi al vaglio del Ministero dei Trasporti. In alcuni casi si propone di sostituire gli alberi presenti con giovani esemplari, mentre in altri si preferirebbe ripiantare la stessa vegetazione in un’altra posizione. Soluzioni che non convincono la neo-capogruppo del M5S al Comune di Palermo Concetta Amella: “Ci vorranno decenni affinché le nuove piantumazioni raggiungano le dimensioni, la capacità di ombreggiamento e l’efficienza ecosistemica degli esemplari rimossi“.
Lo stato degli alberi a rischio
Elementi arborei che, in alcuni casi, risulterebbero “malformati, inclinati, contorti e arcuati, di fatto rendendo intralcio al passaggio pedonale e stradale“. Come nel caso dei 53 esemplari di Jacaranda Mimisifolia che si trovano in corso Tukory. Una di queste piante sarebbe addirittura morta. La relazione propone di togliere gli esemplari presenti sul marciapiede sinistro, rimpiantumando nuove alberature in un’altra posizione. Operazione che “si consiglia” anche per i fusti presenti sul lato destro. In altri casi invece, le porzioni di verde urbano non si adattano con le caratteristiche dell’opera.
Casistica diversa riguarda i 215 alberi di Ficus Microcarpa che si trova in via Ernesto Basile. “La linea tramviaria – si legge nella relazione – verrà posta al centro della carreggiata e pertanto sarà necessario procedere con l’eliminazione di una parte delle alberature presenti. In fase di espianto saranno comunque tutelate le piante, che per conformazione della zolla radicale, potranno essere oggetto di espianto e reimpianto in aree limitrofe“. All’interno della progettazione esecutiva si fa riferimento anche ai 22 alberi di pino presenti in viale Regione Siciliana, oltre che ai 64 esemplari di acero presenti all’altezza dello svincolo Calatafimi, attuale termine della linea 4. Su quest’ultimi è prevista un’estrazione temporanea, per poi procedere alla ripiantumazione una volta conclusi gli interventi.
Amella: “Pagheremo danni agli alberi per decenni”
La domanda è: il gioco vale la candela? Secondo la capogruppo del M5S al Comune di Palermo Concetta Amella, la risposta è no. “Pur riconoscendo l’impegno progettuale volto a reintrodurre circa 500 nuove alberature e numerose specie arbustive, con criteri corretti di messa a dimora e selezione di piante autoctone, va ribadito con fermezza che la rimozione di esemplari arborei maturi, con oltre cinquant’anni di vita, comporta un danno ambientale non colmabile nel breve e medio termine. Gli alberi adulti non sono elementi decorativi: sono infrastrutture ecologiche vitali. Un solo albero maturo può assorbire decine di chilogrammi di CO₂ all’anno, filtrare polveri sottili, migliorare la qualità dell’aria e contribuire significativamente alla riduzione delle temperature esterne anche di 2-3 gradi, in particolare nei contesti urbani fortemente cementificati come quello palermitano“.
E l’esponente pentastellata, ai microfoni de ilSicilia.it, aggiunge. “Piantare nuovi alberi è un gesto importante, ma non può restituire in tempi rapidi le stesse funzioni climatiche, ecologiche e paesaggistiche degli alberi abbattuti. Ci vorranno decenni affinché le nuove piantumazioni raggiungano le dimensioni, la capacità di ombreggiamento e l’efficienza ecosistemica degli esemplari rimossi. Se l’amministrazione Lagalla, in maniera lungimirante, avesse scelto di realizzare la tramvia ai lati delle alberature, come era previsto in principio — e non in sostituzione di esse — oggi non ci troveremmo a dover condannare Via Basile, Corso Tukory e Piazza Porta Sant’Agata a diventare in futuro una landa desolata, priva di ombra, biodiversità e qualità dell’aria”.
I lavori non sono ancora partiti. Il via libera ai cantieri è previsto per fine giugno. Ma anche lì si attende la conclusione dei controlli sulla progettazione esecutiva. Una cosa è certa. Prima di allora, una risposta sul futuro degli alberi dovrà arrivare.