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Trasformare i residui di pesce in molecole bioattive, a Lipari nasce il Progetto Bythos

venerdì 6 Dicembre 2019

Trasformare gli scarti di pesce in nuovi prodotti.

Questo sta alla base del progetto Bythos, realizzato nell’ambito dei programmi Interreg Italia-Malta, di cui è capofila l’Università di Palermo, in particolare il Dipartimento STEBICEF – Scienze e tecnologie biologiche, Chimiche e Farmaceutiche, in collaborazione, fra gli altri, con l’Università di Malta, il distretto turistico Pesca-turismo e il comune di Lipari.

Il progetto Bythos nasce con l’obiettivo di trasformare i rimasugli di tonno, crostacei, molluschi e pesce azzurro in nuovi prodotti estratti da molecole bioattive.

Prime tra tutte il collagene e gli omega 3 e 6, che possono essere usati anche come antibatterici, antimicrobici, antitumorali per la salute umana nel campo delle biotecnologie, ma anche per altri svariati usi, tra i quali anche la cosmetica.

Ciò è quanto è emerso presso il Circolo nautico “Gionata” di Carini, dove si è svolto un incontro tra gli operatori del settore e i principali attori dell’iniziativa.

A presenziare i lavori sono stati il professore Vincenzo Arizza, in rappresentanza dell’Università di Palermo (responsabile del progetto Bythos), e Francesca Donato, europarlamentare della Lega.

Nel comune di Lipari è stato allestito un laboratorio nel quale saranno svolte le analisi dei campioni di lavorazione provenienti da tutta la Sicilia. L’Isola infatti è destinataria di un finanziamento di oltre 2 milioni di euro nell’ambito del programma Iterreg V-A Italia-Malta 2014-2020.

Il processo avviato servirà ad individuare per ciascuna tipologia di scarto la tipologia di materia prima maggiormente presente. Questi scarti sono vengono già divisi in uscita da alcuni stabilimenti: dagli scarti di acciughe dell’azienda Balistreri di Aspra, a quelli di tonno prodotti dalla Castiglione di Trapani.

Ogni tipologia di scarto si presta a specifiche estrazioni. Il progetto è anche l’occasione per mostrare la grande qualità in termini di ricercatori e personale scientifico che sa esprimere la Sicilia. Tutti gli addetti selezionati dall’Università di Palermo, che stanno partecipando al lavoro di ricerca, sono stati formati negli istituti siciliani.

LE DICHIARAZIONI

“Il progetto Bythos ha come peculiarità il recupero e la trasformazione dei principi bioattivi delle imprese ittiche conserviere siciliane che, altrimenti, verrebbero persi per gli elevati costi a cui le aziende andrebbero incontro. Queste biomasse provenienti dagli scarti del pesce – ha detto nel suo intervento il professore Vincenzo Arizza (Università di Palermo) responsabile del progetto Bythos – potrebbero essere utilizzate non solo in medicina e nella cosmetica, ma anche per ricavarne farine alimentari, olio di pesce e per l’acquacoltura”.

“Una ingente biomassa che, purtroppo, viene gettata via tra cui una quota di pescato, la cosiddetta ‘bycatch’ (cattura accidentale) di pesce che non raggiungendo i banchi di vendita è destinata a non poter essere utilizzata. Per non parlare di alici e sardine che potrebbero essere recuperate. Inoltre, abbiamo fatto grandi passi avanti con la realizzazione di due laboratori: uno a Lipari e l’altro a Malta, dove insegneremo come estrarre il collagene e l’olio di pesce. Ma l’obiettivo centrale del progetto è quello di realizzare un Hub regionale, a cui stiamo lavorando, con la possibilità di istituire anche delle sedi provinciali, per la creazione di un consorzio di imprese del settore interessate alla raccolta della produzione degli scarti e all’utilizzazione delle materie estratte, anche con la collaborazione degli enti locali”.

“Un progetto ad alto contenuto innovativo – ha affermato l’europarlamentare leghista Francesca Donato –  che sfrutta la sinergia fra Università e ricerca, impresa e operatori del settore ittico, per ottenere il riciclo di materiale di scarto trasformandolo in materia prima di altissimo valore. Un’iniziativa che recepisce al meglio le indicazioni dell’Unione europea nel senso della Circular Economy, dell’innovazione e della tutela dell’ambiente. Il compito della politica sul territorio, così come nei parlamenti nazionale ed europeo, è quello di dare il massimo supporto a queste realtà produttive, valorizzando e sostenendo chi vi opera e si mostra capace di elaborare progetti ambiziosi per le nostre regioni e di tradurli in essere”.

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