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Tribunale ecclesiastico regionale, Filcams Cgil Palermo: “Lavoratori rischiano il posto”

martedì 1 Marzo 2022
“Confermiamo la nostra apprensione  per i lavoratori del Tribunale ecclesiastico regionale. Anche a Palermo potrebbe verificarsi quello che è accaduto nella diocesi di Caltanissetta dove, recedendo dal Tribunale Interdiocesano e dotandosi di un tribunale proprio, nel passaggio non sono stati ricollocati e assorbiti i lavoratori laici, ma soppiantati tutti da sacerdoti.  Già due anni fa i lavoratori del Teis di Palermo hanno subìto la trasformazione dei loro contratti da full time a part time. Quale sarà adesso la sorte di questi lavoratori?  Abbiamo voluto incontrare la  Regione ecclesiastica per capire cosa sta accadendo all’interno dei tribunali interdiocesani”.
A esternare le preoccupazione è Filcams Cgil Palermo con il segretario generale Giuseppe Aiello e il segretario Manlio Mandalari, referente del settore. La Filcams  nei giorni scorsi ha incontrato l’arcivescovo Corrado Lorefice unitamente ai vertici della Conferenza Episcopale Siciliana (Ces).
La Filcams già nel dicembre 2020 aveva aperto una vertenza col Clero perché nell’ambito della riforma degli Enti ecclesiastici voluta da Papa Francesco si era  proceduto alle trasformazioni dei rapporti di lavoro da full time a part time dei cinque dipendenti, tra cui  un giudice laico e  quattro notai, inquadrati con il contratto nazionale dei dipendenti degli Istituti per il sostentamento del Clero. La Filcams, che rappresenta oggi anche i lavoratori delle  pulizie, aveva proclamato a suo tempo lo stato di agitazione.
 I  lavoratori “laici” in questione sono coloro che, all’interno del Tribunale ecclesiastico di Palermo, seguono le procedure per valutare l’annullamento dei sacramenti, principalmente dei matrimoni.
 Ad ottobre scorso, la Filcams aveva chiesto un incontro per una serie di criticità denunciate dai lavoratori  in un assemblea, legate a “incongruenze e disallineamenti in busta paga, retribuzioni pagate con acconto e saldo, Dpi allora non forniti, formazione obbligatoria non garantita, ferie annuali disposte e mai concordate, omissione contributiva Inps risalente al 2004 e mai sanata”.
A tutto questo, si aggiunge quanto paventato dal sindacato nei mesi scorsi.
Nell’ambito della riforma dei processi di nullità matrimoniale, approvata da Papa Francesco con il Motu proprio Mitix Iudex Dominus  Iesus del 15 agosto 2015, alcune altre diocesi siciliane, avrebbero disposto e già attuato il recesso dal tribunale interdiocesano,  per istituire con decreto un tribunale locale diocesano.
 Da qui l’incontro.
Davanti a questa  ipotesi, è previsto da una norma che il personale debba essere riassorbito e ricollocato – aggiungono Giuseppe Aiello e Manlio Mandalari – Abbiamo richiesto  l’incontro per capire cosa accadrà ai lavoratori, per i quali siamo pronti alla mobilitazione per la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali e reddituali. Siamo in attesa che si svolga la Conferenza episcopale, il  7, 8, 9 marzo, per capire se anche a Palermo accadrà quanto è avvenuto a Caltanissetta. Se anche la diocesi Palermitana vorrà recedere dal Tribunale Interdiocesano per costituire un proprio tribunale, chiediamo che la procedura venga garantita assicurando la giusta ricollocazione ai lavoratori, affinché non vengano lasciati in un limbo, tutelando quindi i massimi livelli occupazionali.  Il Papa ha chiesto di accelerare sulla riforma, che prevede gli accorpamenti, ritenendo che nei Tribunali ecclesiastici ci sia meno lavoro di prima. Dai dati in nostro possesso, il lavoro invece non manca e anzi c’è un ritardo che non consente di portare avanti il nuovo lavoro”.
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