Guarda in alto la seconda puntata
“Trinakria – Angoli segreti” la rubrica de ilSicilia.it, che racconta storie delle straordinarie bellezze culturali e architettoniche narrate da coloro che ne conoscono i misteri, i fatti e gli aneddoti più curiosi che solitamente non vengono detti, oggi vi porta al Santuario per conoscere Santa Rosalia.
Per questa seconda puntata Don Gaetano Ceravolo, reggente del Santuario di Santa Rosalia, ci racconta la vera storia della Patrona di Palermo svelandoci sogni, segni, simbologia, visioni, miracoli e leggende che circondano la figura di questa fanciulla e della grotta dove si trasferì dopo essere fuggita da casa perché rifiutò il matrimonio combinato che le imposero i suoi genitori.
Tutti i palermitani, visceralmente legati alla Santuzza, conoscono in linee generali la storia della protettrice di Palermo, ma Don Gaetano Ceravolo nel percorso da lui pensato fa rivivere ogni angolo della grotta e del Belvedere fornendo dettagli alla storia della fanciulla che difficilmente qualcuno può conoscere, merito di studi, analisi e testimonianze storiche.
Le conoscenze, in merito la storia della Santuzza, che tutti più o meno hanno, sono prevalentemente legate a due delle date più importanti riferite proprio a Santa Rosalia. La prima è quella del 15 luglio, quando nello stesso giorno del 1624, mentre a Palermo infuriava la peste, una tale Geronima La Gattuta, inferma per una grave malattia, aveva sognato una fanciulla in abito monacale che le aveva promesso la guarigione se si fosse recata in penitenza sul Monte Pellegrino, luogo in cui le si manifestò per la seconda volta indicandole una grotta, il posto dove furono ritrovati i suoi resti. Quaranta giorni dopo, all’ingresso della grotta della Quisquina, fu scoperta un’iscrizione in latino arcaico, attribuita alla stessa Santa, che così recitava: “Io Rosalia, figlia di Sinibaldo, signore della Quisquina e del Monte delle Rose, ho deciso di abitare in questa grotta per amore di mio Signore Gesù Cristo”. E’ proprio il 15 luglio di ogni anno viene ricordato questo miracolo con l’organizzazione del tradizionale Festino di Santa Rosalia in cui il carro a lei dedicato percorre il cuore del centro storico con migliaia di fedeli al seguito.
Il 4 settembre, altra data importante, è il giorno in cui presumibilmente è morta, e questo è il mese in cui i devoti dedicano alla patrona la tradizionale ‘acchianata’, un momento molto sentito per andare in pellegrinaggio a chiedere “grazie” e per mantenere le promesse rivolte alla Santuzza.
Ma in realtà tante sono le curiosità e gli aneddoti meno conosciuti che Don Ceravolo ha svelato, tra questi un ritrovamento particolare fatto ai piedi della statua che si trova nel Belvedere vicino al Santuario “Qui prima c’era un tempio con delle colonne e una statua in pietra e proprio sotto questa, in un angolo, c’erano due teste di pietra – racconta Don Gaetano – in quanto la statua veniva colpita dai fulmini che ne spezzavano la testa e allora per questo ce n’era una pronta in sostituzione. Ma la cosa particolare è che una di queste due teste è stata inserita nel muraglione di fronte la statua come se guardasse il mare. Si tratta di una testa antica di marmo pario, materiale che è possibile trovare in Grecia, e probabilmente si tratta di una testa che vuole rappresentare una dea pagana.
A ottobre del 2017 ho fatto una nuova scoperta ovvero una scritta ,che si trova proprio sulla testa, che ho fotografato e ho dato a un paleografo archivista del Santuario esperto in scrittura antica che mi ha detto che la scritta che ho trovato parla della statua, si tratta di tre parole contratte “Mar Ct Oa – Maris Contra Omnia” che tradotto significa “Contro ogni cosa del mare”. Da qui abbiamo avuto la certezza che quella che oggi è la statua che rappresenta Santa Rosalia come protettrice dei naviganti, in origine una statua di una dea pagana“.