“E’ un appartamento normale, ben ristrutturato, confortevole. Si comprende che le condizioni economiche del latitante erano discrete, buone. Un arredamento ricercato, oggetti di un certo tenore, non proprio di lusso ma di apprezzabile valore”. Così il colonnello Marco Bottino, comandante provinciale dei Carabinieri di Trapani, in merito al covo del boss Matteo Messina Denaro scoperto a Campobello di Mazara. Il nascondiglio, secondo quanto si apprende, è nel centro abitato in via Cb 31. Un’abitazione in pieno centro storico, nello stesso paese di Giovanni Luppino, arrestato insieme al boss nell’operazione di ieri mattina. Sono stati i Carabinieri del Ros e la Procura di Palermo a individuare il covo. La perquisizione è durata tutta la notte.
“Le indagini e gli accertamenti sono in corso – aggiunge -. E’ un lavoro per il quale occorreranno giorni”.
COME E’ STATA TROVATA
La chiave di un’Alfa Romeo 164 ritrovata nel borsello del boss Messina Denaro: è stato questo l’input che ha consentito ai carabinieri e ai magistrati di risalire all’ultima abitazione del boss a Campobello di Mazara, perquisita questa notte.
Gli inquirenti, attraverso il codice della chiave, sono risaliti al veicolo e grazie a un sistema di intelligenza artificiale hanno ricostruito, con tanto di immagini, gli spostamenti dell’Alfa. Tra le riprese c’era anche quella del boss che entrava e usciva dall’abitazione di Campobello con le borse della spesa: circostanza che ha portato i magistrati al covo.
Le ricerche sono state coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Guido. E’ durata tutta la notte la perquisizione del covo del boss Matteo Messina Denaro, scoperto dai carabinieri del Ros e dalla Procura di Palermo guidata da Maurizio de Lucia dopo ore di ricerche. La casa usata dal boss è stata individuata a Campobello di Mazara. Alla perquisizione ha partecipato personalmente il procuratore aggiunto Paolo Guido che da anni indaga sull’ex latitante di Cosa nostra. L’edificio, che si troverebbe nel centro abitato, è stato setacciato palmo a palmo. Non è ancora noto cosa sia stato trovato all’interno del covo usato dal boss durante l’ultimo periodo della sua latitanza, scoperto a Campobello di Mazara.
Centro di 11 mila abitanti in provincia di Trapani, Campobello è il paese di Giovanni Luppino, l’uomo che, ieri, ha accompagnato il capomafia alla clinica Maddalena dove è scattato il blitz. Campobello è a soli 8 chilometri da Castelvetrano, paese di origine di Messina Denaro e della sua famiglia.
L’individuazione del covo e la sua perquisizione sono tappe fondamentali nella ricostruzione della latitanza del capomafia.
E non solo. Diversi pentiti hanno raccontato che il padrino trapanese era custode del tesoro di Totò Riina, documenti top secret che il boss corleonese teneva nel suo nascondiglio prima dell’arresto, fatti sparire perché la casa, a differenza di ora, non venne perquisita.
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