Truffa aggravata ai danni dell’Inps, per un ammontare di circa 268 mila euro, e falso ideologico sono i reati contestati dalla Procura di Marsala a 46 persone, tra imprenditori e dipendenti (almeno sulla carta), che in concorso avrebbero chiesto e ottenuto “indennità di disoccupazione non dovute, per importi tra 600 e 12 mila euro”.
Per tutti la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. L’udienza preliminare si terrà davanti al gup Annalisa Amato il prossimo 28 maggio.
Gli imprenditori per i quali si chiede il processo sono Giovanni Di Dia, di 49 anni, di Marsala; Salvatore Leggio, di 40, di Partinico (Pa); e Giuseppe Romualdo Bonafede, di 60, marsalese, ma residente a Trappeto (Pa).
Per loro, c’è anche l’accusa di associazione per delinquere. Al centro della vicenda c’è l’impresa edile “Agema srl” di Marsala, di cui Di Dia, ritenuto “promotore, costitutore ed organizzatore”, sarebbe stato amministratore unico dal 30 gennaio 2014 al 30 luglio 2015, mentre Leggio, ritenuto “partecipe“, avrebbe ricoperto analoga carica dal 31 luglio 2015 in poi.
Bonafede, invece, dell’Agema sarebbe stato responsabile pro-tempore. Secondo l’accusa, i tre si sarebbero associati allo scopo di truffare l’Inps, stipulando con i falsi operai contratti per false assunzioni, per poi interrompere i rapporti con falsi licenziamenti.
Ciò al fine di fare incassare a 43 marsalesi indennità di disoccupazione che per l’accusa non erano dovute.