Tutto pronto per l’avvio dell’anno scolastico 2025-2026 in Sicilia. Lunedì suonerà ufficialmente la prima campanella per gli studenti siciliani. Da Roma sono tante le novità, dall’utilizzo degli smartphone allo svolgimento dell’esame di maturità. Oltre le nuove disposizioni i ragazzi dovranno anche fare i conti con i vecchi problemi che da anni il sistema dell’Isola è costretto ad affrontare, dall’edilizia alla dispersione scolastica. Di questo e tanto altro, ilSicilia.it ne ha parlato con l’assessore regionale all’Istruzione Mimmo Turano.
Mimmo Turano, assessore regionale all’Istruzione, quest’anno sono tante le novità che il governo nazionale ha introdotto alla vigilia dell’avvio dell’anno scolastico, dall’uso dei telefonini in classe all’esame di maturità. Come si è attrezzata la Regione Siciliana in tal senso?
“La Sicilia, come tutte le altre Regioni, si è uniformata alle disposizioni introdotte dal ministro Valditara, che sta facendo un lavoro egregio per costruire la scuola italiana del futuro e presto sarà in visita in Sicilia Occidentale per toccare con mano quanto fatto e continua a fare il governo Schifani in materia di istruzione e formazione“.
Uno dei temi più delicati per il mondo dell’istruzione in Sicilia è certamente quello dell’edilizia scolastica. Tra gli ultimi interventi, a metà agosto il governo regionale ha annunciato lo stanziamento di 8 milioni di euro. Quali territori necessitano maggiori aiuti? Quali saranno i prossimi interventi in programma?
“Sul tema dell’edilizia scolastica una precisazione è d’obbligo: la Regione ha un potere limitato allo stanziamento delle risorse, noi possiamo solo finanziare gli interventi che ci richiedono le scuole, perché gli edifici sono di proprietà e competenza dei Comuni e delle Province. Questo significa che la responsabilità legale della manutenzione e gestione degli edifici scolastici è demandata dalla legge agli Enti locali. Dunque la manutenzione straordinaria ed ordinaria spetta a loro. Ciò posto vorrei sottolineare che solo nel 2025 abbiamo destinato 8,1 milioni di euro ad interventi di manutenzione straordinaria nelle scuole. Continuiamo a investire su sicurezza, efficientamento energetico e adeguamento normativo degli edifici”.
Altro tallone d’Achille per la Sicilia è quello della dispersione scolastica. Quali interventi ha in cantiere il suo assessorato? Quali strumenti bisognerebbe adottare per contrastare il fenomeno?
“L’assessorato regionale dell’Istruzione e Formazione professionale ha finanziato un pacchetto di interventi negli ultimi due anni per mettere le scuole nelle condizioni di restare aperte anche nel pomeriggio. Penso al progetto “Scuole aperte per il territorio”, al quale abbiamo destinato 27 milioni di euro proprio per contrastare la dispersione scolastica. A questo progetto si aggiungono oltre 59 milioni di euro destinati alla riqualificazione di edifici e spazi comuni per dotare le scuole di strutture o idonee ad attivare iniziative extracurriculari e in orario extrascolastico, come laboratori, mense, palestre. Abbiamo un’idea precisa del ruolo della scuola nella società contemporanea, nella quale tra internet e social i nostri studenti sono sempre più isolati. Occorre riappropriarsi della socialità, in modo sano, e per farlo occorre facilitare momenti di incontro. La scuola è il principale luogo di aggregazione dei giovani e deve tornare ad essere un punto di riferimento per i territori e i quartieri di ogni città. È un presidio di legalità e aprire le scuole nel pomeriggio significa non solo favorire momenti di condivisione e studio, attraverso un’offerta didattica al passo con i tempi, ma soprattutto combattere la dispersione scolastica e la povertà educativa”.
Nella manovra ter sono stati previsti dei fondi per gli scuolabus. Ci saranno altri provvedimenti ad hoc per il mondo della scuola nelle prossime manovre che approderanno all’Ars fino a dicembre?
“Nella prossima manovra non penso, ma l’assessorato è al lavoro per pianificare moltissime iniziative nelle scuole per il nuovo anno scolastico. Sicuramente continueremo ad investire risorse per ridurre il fenomeno della dispersione scolastica e della povertà educativa con progetti, destinati ai ragazzi, sui temi della legalità, lotta alle dipendenze ed in particolare al crack, lotta al bullismo e cyber-bullismo e stereotipi di genere. A questo si aggiungono le risorse che stiamo investendo per migliorare le strutture ed innovare la qualità dell’offerta formativa. Ad esempio nel 2025 solo per la didattica immersiva, abbiamo stanziato, con due circolari, circa 10 milioni di euro. Molte aule immersive sono già pronte ed in funzione. Siamo al lavoro per una scuola al passo con i tempi, in grado di preparare alle sfide del futuro i nostri studenti ed agevolarne l’accesso nel mercato del lavoro”.
L’anno scolastico prende il via. Quale messaggio vuole mandare agli studenti siciliani?
“Per rimarcare l’importanza del ruolo della scuola siciliana nella lotta alla mafia, onorarne l’impegno civile e trasmettere alle nuove generazioni la sua eredità morale, l’anno scolastico 2025-2026 in Sicilia si apre nel nome del Beato Don Giuseppe ‘Pino’ Puglisi. Nelle scorse settimane, ho inviato una circolare alle scuole per invitare i dirigenti scolastici, in occasione del trentaduesimo anniversario dell’omicidio di Don Pino, che quest’anno coincide con il rientro in classe dei nostri studenti, a dedicare un momento di riflessione alla memoria del sacerdote di frontiera ucciso il 15 settembre 1993, nel quartiere Brancaccio, a Palermo. Un gesto simbolico ma significativo, per rafforzare tra i più giovani la cultura della legalità, della responsabilità e dell’impegno civile. Da sacerdote di frontiera ed educatore, Don Pino ha compiuto una scelta precisa, stando accanto ai ragazzi del quartiere Brancaccio a Palermo, per sottrarli alla strada grazie al Centro di Accoglienza Padre Nostro, da lui fondato. Con il suo esempio luminoso, ha restituito speranza laddove regnava la rassegnazione, offrendo alternative alla violenza e insegnando che anche un piccolo gesto può fare la differenza. La sua testimonianza di fede, coraggio e dedizione rappresenta ancora oggi un potente modello pedagogico-educativo e uno strumento di cambiamento sociale e culturale da preservare, perché “Se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto” per costruire una società più giusta, consapevole e, soprattutto, libera dal ricatto mafioso”.