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Un patrimonio storico unico che oggi, a distanza di anni e scevro dai conflitti che hanno segnato la storia mondiale, può trasformarsi in risorsa d’eccezione per curiosi, appassionati e per l’intera Isola: stiamo parlando del patrimonio relativo ai siti militari relativi alla Seconda Guerra Mondiale.
Per la prima volta, grazie al Progetto CE.R.CA.MI. (Censimento e rilevamento casematte militari), frutto del lavoro svolto in 14 mesi dai volontari e ricercatori storici dell’Associazione Culturale Palermo Pillbox Finders, si ha una visione d’insieme della vastità e della potenzialità di ritorno turistico possibile.
Tra casematte, aeroporti, aeroscali, caserme, idroscali, sbarramenti difensivi, postazioni radar, batterie antiaeree ed antinave, aviorimesse, depositi, si contano più di 1.329 siti e fortificazioni militari di alto interesse storico presenti in Sicilia, come sottolinea nella video intervista Michelangelo Marino, presidente dell’associazione Pillbox Finders.
Molti di questi siti, poi, presentano anche particolari soluzioni tecniche ed architettoniche utilizzate nella costruzione: dalle casematte camuffate da absidi normanne, ai finti castelli posti a presidio di importanti arterie di comunicazione, passando dalle case coloniche con dentro dei veri e propri bunker.
Un ruolo importante lo ebbero, come hanno rivelato le ricerche, anche le piste degli aeroporti, realizzati per fare della Sicilia una base strategica nel Mediterraneo. Piste, che ancora oggi, recano le tracce dei bombardamenti.
A protezione delle città siciliane, si costruirono quindi numerosi “capisaldi difensivi costieri”, molti dei quali situati in zone paesaggistiche mozzafiato, spesso difficili da raggiungere, che hanno fatto la storia e che oggi possono, in altra veste, contribuire in maniera significativa nel processo di promozione della Sicilia.
Nei mesi di ricerca sul campo, i ricercatori ed i volontari si sono avvalsi di tecnologia satellitare e di droni, battendo a tappeto la Sicilia: così di ben 455 luoghi nuovi, tra siti e fortificazioni militari, si è potuto valutare, per quelli tecnicamente e strategicamente ritenuti più intessenti, lo stato di conservazione e l’importanza architettonica per potere, eventualmente, proporne la riqualificazione a beneficio della comunità.
La realtà del “turismo storico”, dunque, se già in molte località d’Italia e d’Europa è attività consolidata, può, come si è auspicato l’assessore regionale al Turismo Sandro Pappalardo, intervenuto insieme a Giampiero Cannella, Alberto D’Agata (archeologo) e alcuni soci della Palermo Pillbox Finders, diventare di sicuro un altro tassello importante nella promozione storico-culturale della Sicilia.