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Stamani, in più località della Sicilia, sono comparsi striscioni contro la costruzione del ponte sullo stretto di Messina.
“I soldi del ponte per infrastrutture e emergenze sociali” è la frase che campeggia su tutti gli striscioni esposti, una iniziativa simbolica realizzata da tutte le realtà locali aderenti alla Rete regionale No Ponte per mantenere alta l’attenzione sulla questione, per esprimere il No alla progettazione e realizzazione di grandi opere inutili che portano con sé speculazioni, devastazione ambientale e spreco di fondi utilizzabili, invece, in maniera più proficua per il bene delle comunità.
A Catania lo striscione è stato esposto alla stazione centrale dei treni, come anche a Palermo oltre che nei pressi del viadotto Himera crollato nel 2015.
A Messina lo striscione è stato esposto presso l’ occupazione abitativa “Ex Foscolo” e che ha visto dunque la partecipazione degli stessi abitanti che si sono riconosciuti nelle istanze della Rete e ad essa hanno aderito. “Vogliamo le case. No Ponte”, scrivono a caratteri cubitali.
In provincia di Siracusa, lo striscione è stato affisso nella tanto discussa discarica di Armicci. A Caltagirone, esposizione dello striscione sulla facciata del teatro Semini ristrutturato, abbandonato subito e mai assegnato i riflettori vengono puntati sulla speculazione edilizia.
Mercoledì 24 alle ore 10.30 presso la Sala ovale di Palazzo Zanca la Rete No Ponte ha indetto una conferenza stampa per lanciare ufficialmente l’appuntamento della manifestazione regionale del 26 luglio che alle ore 18.00 partirà da località Torre Faro (Messina) in via Circuito.
“Il 26 luglio la Sicilia che alza la testa, scenderà nuovamente in piazza per dire NO al ponte – dicono gli organizzatori – allo spreco di risorse economiche e alla devastazione ambientale. Scenderà in piazza per affermare il diritto all’autodeterminazione e la necessità di un nuovo modello di sviluppo che veda al centro gli abitanti e le loro reali necessità“.