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di Annalisa Ciprì e Riccardo Vaccaro

Tutta la verità sui 391 sindaci siciliani: l’inchiesta de ilSicilia.it

mercoledì 26 Ottobre 2022

 

Di Annalisa Ciprì e Riccardo Vaccaro

PRIMA PARTE

Prima parte dell’inchiesta esclusiva de ilSicilia.it dedicata ai 391 comuni dell’Isola. Il nostro Centro Studi e la redazione, hanno passato al setaccio tutte le informazioni pubblicate sui siti istituzionali dei comuni. Li abbiamo messi insieme e, una volta elaborati, abbiamo ottenuto risultati clamorosi. I protagonisti? Tutti i sindaci siciliani.

Ne è venuto fuori un identikit complesso, diverso da comune a comune, da provincia a provincia. Tra similitudini e casi eccezionali, ecco cosa è emerso.

Innanzitutto, nonostante gli obblighi di legge, alcuni siti istituzionali presentano curricula dei sindaci incompleti numero. Ad esempio, in diversi casi non è specificato il titolo di studio, la residenza, la professione svolta. Stiamo parlando di circa una cinquantina di comuni in cui le informazioni sono insufficienti o parziali.

GIOVANI E MENO GIOVANI: CHE ETA’ HANNO I SINDACI SICILIANI?

L’età media del sindaco siciliano è di 53 anni

Nello specifico:

-a Palermo è di 52 anni

-a Catania è di  54 anni

-a Messina è di 49 anni

-ad Enna è di 54 anni

-a Ragusa è di 60 anni

-a Siracusa è di 49 anni

-a Caltanissetta è di 52 anni

-a Trapani è di  54 anni

-e ad Agrigento è di 53 anni

LA PROVINCIA PIU’ VECCHIA? RAGUSA. LA PIU’ GIOVANE? SIRACUSA

Una curiosità: il sindaco siciliano più giovane si chiama Marco Carianni ha appena 25 anni e si trova a Floridia, in provincia di Siracusa. Invece, per trovare il primo cittadino siciliano con più anni sulle spalle, ben 83, dobbiamo andare in provincia di Catania, a Bronte. Si tratta di Giuseppe Firrarello.

PIU’ UOMINI O PIU’ DONNE?

Detto questo, ci siamo chiesti: “Quanti sono i sindaci donne e quanti sono i sindaci uomini? Siamo ancora un popolo di maschilisti?” La risposta? Purtroppo sì.

Gli uomini amministrano 363 comuni, le donne 28. Facendo un rapido calcolo percentuale significa che, solo il 7,16% dei comuni siciliani ha come sindaco una donna, contro il 92,82% a guida maschile. Dunque, sono ancora molto pochi gli spazi lasciati alle donne ai vertici delle amministrazioni comunali siciliane.

Ma andiamo ancora più a fondo.

Dicevamo, 28 comuni amministrati da donne ma fra questi, quali sono quelli con oltre 10.000 abitanti? Solo una piccola parte.

Ecco di chi si tratta:

-nel Palermitano: Termini Imerese, Maria Terranova

-nel Catanese: Aci Catena, Margherita Rita Ferro

-nel Siracusano: Pachino con Natalina Petralito e Avola con Rossana Cannata

-nell’Agrigentino: Menfi, Marilena Mauceri

-nel Ragusano: Comiso, Maria Rita Annunziata Schembari

-nel Trapanese: Erice, Daniela Toscano Pecorella

E NELLE PROVINCE DI ENNA E CALTANISSETTTA? INCREDIBILE: NESSUNA DONNA SINDACO NEI COMUNI SOPRA I DIECIMILAMILA ABITANTI!

MA LE SORPRESE NON FINISCONO QUI…

Molto curioso il “caso di Messina”. Sulla carta, è vero, la Città dello Stretto ha un primato: è la provincia con più donne sindaco (8 i comuni amministrati ovvero Gioiosa Marea, Spadafora, Capri Leone, San Piero Patti, Cesarò, Gualtieri Sicaminò, San Teodoro, Malfa). Tuttavia, nessuno di questi centri supera i 10.000 abitanti.

 

Poche donne quindi, nella maggior parte dei casi a capo di comuni al di sotto dei 10.000 abitanti. Come mai? Pura matematica. Forse.

È CAMBIATO QUALCOSA RISPETTO AL PASSATO?

In parte. Nonostante l’istituzione delle “quote rosa”, il cambio di mentalità, l’inversione di tendenza appare ancora lontano. Ed è un paradosso, soprattutto se si pensa ai risultati storici ottenuti dalla leader di Fratelli d’Italia, oggi primo Presidente del Consiglio donna nella storia della Repubblica Italiana, Giorgia Meloni. Come si evince dal nostro studio, ancora c’è molto da fare. E su questo, ovviamente, ci sarebbe da aprire un capitolo a parte.

 

Finisce qui la PRIMA PARTE dell’ inchiesta de ilSicilia.it dedicata ai 391 comuni e ai loro sindaci. Se dopo aver letto con attenzione vi ha incuriosito qualche aspetto, se non vi aspettavate certe evidenze e se avete suggerimenti da darci scrivete all’indirizzo mail redazione@ilsicilia.it

Nella SECONDA PARTE troverete altre curiosità e notizie clamorose sui primi cittadini siciliani.

RIFERMENTI NORMATIVI E METODOLOGIA

Gli obblighi di pubblicazione per gli amministratori comunali sono dettagliatamente riportati nell’articolo 14, comma 1, del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, cosiddetto Decreto Trasparenza. Nel dettaglio:

Art. 14. Obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo e i titolari di incarichi dirigenziali

1. Con riferimento ai titolari di incarichi politici, anche se non di carattere elettivo, di livello statale regionale e locale, lo Stato, le regioni e gli enti locali pubblicano con riferimento a tutti i propri componenti, i seguenti documenti ed informazioni:
(comma così modificato dall’art. 13 del d.lgs. n. 97 del 2016)

a) l’atto di nomina o di proclamazione, con l’indicazione della durata dell’incarico o del mandato elettivo;
b) il curriculum;
c) i compensi di qualsiasi natura connessi all’assunzione della carica; gli importi di viaggi di servizio e missioni pagati con fondi pubblici;
d) i dati relativi all’assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati, ed i relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti;
e) gli altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica e l’indicazione dei compensi spettanti;
f) le dichiarazioni di cui all’articolo 2, della legge 5 luglio 1982, n. 441, nonché le attestazioni e dichiarazioni di cui agli articoli 3 e 4 della medesima legge, come modificata dal presente decreto, limitatamente al soggetto, al coniuge non separato e ai parenti entro il secondo grado, ove gli stessi vi consentano. Viene in ogni caso data evidenza al mancato consenso. Alle informazioni di cui alla presente lettera concernenti soggetti diversi dal titolare dell’organo di indirizzo politico non si applicano le disposizioni di cui all’articolo 7.

Inoltre, la delibera ANAC n. 241 del 08 marzo 2017, ha specificato che relativamente alla situazione reddituale e patrimoniale (articolo 14, comma 1, lettera f), l’obbligo riguarda solamente gli amministratori dei comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti.

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