Siamo in piena stagione estiva e quindi al di la dei commenti già fatti ne vale la pena ribadire concetti importanti questa volta con i consigli di alcuni esperti.
Al presidente dell’ordine dei medici di Palermo, primario emerito di dermatologia, Toti Amato chiediamo:
Quali sono i consigli di un dermatologo a chi si appresta ad andare al mare?
“Innanzi tutto fa bene all’umore, infatti, il sole stimola le endorfine e combatte le depressioni stagionali ma bisogna prenderlo con cautela, evitando le ore più calde (tra le 12 e le 16) e con le adeguate protezioni: le creme solari con alto fattore di protezione, una buona preparazione alimentare cioè mangiando frutta e verdura, aiutandosi con integratori alimentari a base di carotenoidi e antiossidanti. L’abbronzatura è la difesa che la pelle mette in atto per proteggersi dalle radiazioni: infatti la melanina che viene prodotta, e che provoca la pigmentazione della pelle, è in grado di assorbire buona parte delle radiazioni solari. Quando queste sono eccessive la nostra difesa naturale non è sufficiente e ci si ustiona”.
Quali sono gli effetti sulla pelle delle radiazioni solari?
“Gli UVA hanno una lunghezza d’onda più lunga, possiedono maggiore capacità di penetrazione e possono causare maggior danno nel tempo e sono quelli potenzialmente cancerogeni. Gli UVB sono invece i raggi principalmente responsabili dei danni immediati, come ad esempio l’eritema cutaneo o la scottatura.
Ricordiamoci che numerose variabili influenzano la qualità dell’irradiazione: la stagione, altitudine, latitudine, ora del giorno e anche umidità ed inquinamento atmosferico. Relativamente all’altitudine, un suo aumento di 1000 m determina un incremento del 15-20% dei raggi UVB, mentre i raggi UVA non subiscono modifica. Inoltre, neve, sabbia e mare riflettono le radiazioni UV moltiplicandone gli effetti”.
Quindi se da una parte cerchiamo l’abbronzatura perfetta dall’altra il sole può danneggiare la cute. Ma quali sono i tumori della pelle e quanto incidono le radiazioni solari. La professoressa Maria Rita Bongiorno, ordinario di Dermatologia dell’Università di Palermo, precisa:
“Quando si parla di tumori della pelle, la prima parola che viene in mente è melanoma, ma la pelle può essere sede di molte altre forme tumorali non melanoma. Questi non sono pericolosi quanto il melanoma, ma sono circa 18-20 volte più frequenti, con un’incidenza di circa 1.4 milioni di nuovi casi all’anno. Non bisogna dimenticare, inoltre, che a molti più pazienti viene diagnosticata una condizione precancerosa. Il carcinoma basocellulare e il carcinoma squamocellulare rappresentano, in assoluto, le neoplasie più frequenti nella razza caucasica. Le sedi più colpite sono quelle maggiormente fotoesposte ossia il viso, le orecchie, il dorso delle mani, gli avambracci, le gambe e le aree di calvizie negli uomini.
Il carcinoma basocellulare è più frequente nel sesso maschile. Il 95% dei casi si manifesta tra i 40-79 anni, anche se recentemente si è osservata un’insorgenza sempre più frequente in soggetti giovani, di sesso femminile e di età inferiore a 40 anni. L’esposizione solare intermittente ed intensa, soprattutto in età infantile, è il fattore di rischio più importante. La morfologia del carcinoma a cellule basali è molto eterogenea, nella sua forma classica è asintomatico, a lenta progressione, raramente metastatizza, ma ha capacità invasive e destruenti locali. Spesso insorge come una piccola lesione ulcerativa che non tende alla guarigione.
Il carcinoma squamocellulare si differenzia dal basocellulare per la sua capacità infiltrante e metastatizzante. Nella maggior parte dei casi origina da lesioni precancerose, raramente insorge su cute sana. Tra i fattori di rischio, anche in questo caso, l’esposizione alle radiazioni ultraviolette è al primo posto, ma fondamentale è la dose cumulativa di radiazioni attiniche assunte nella vita. Talora, nello stesso paziente sono osservabili contemporaneamente diversi stadi evolutivi, secondo il concetto di “campo di cancerizzazione ”: aree di cute che presentano alterazioni riferibili a danno attinico cronico, con presenza contemporanea di lesioni neoplastiche.
Le cheratosi attiniche sono ben riconoscibili anche a occhio nudo, si presentano come chiazze di colore roseo-rosso con piccole squame ruvide alla palpazione che vanno via col semplice grattamento, ma si riformano subito, e danno un leggero prurito”.
Bambini e anziani sono i soggetti più a rischio e una crema solare a protezione medio-alta (SPF50) e di qualità da applicare ogni due ore su nevi a rischio e sulla cute in relazione al fototipo sembra la soluzione ottimale. Ma forse è meglio farsi consigliare dal dermatologo.
Maria Antonietta Prestigiacomo dermatologa dell’ospedale Civico di Palermo, precisa “un controllo periodico dermatologico è indispensabile per chi ha molti nevi e lesioni cutanee di qualunque natura. Il dermatologo saprà dare i giusti consigli e come affrontare la stagione estiva in accordo alle caratteristiche cutanee del singolo individuo ma soprattutto potrà indicare un piano individuale di controlli periodici ed eventuali trattamenti”.
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