Carissimi
C’era un tempo in cui staccare, significava veramente staccare e fuggire era realmente un atto di abbandono seppur momentaneo della propria vita quotidiana per rinfrescarsi la mente e rigenerarsi prendendo consapevolezza che c’era un altro mondo fuori da quelle stanze che frequentavamo per una intera annata per campare e che ci poteva dare gratificazioni.
Sono certo che anche in questo caso, quel telefonino, quello smart phone oggi protagonista di ogni vicenda, di ogni film, di ogni racconto sia riuscito a conformizzare anche ciò.
Perché deve vincere il principio della reperibilità, geolocalizzazione ad ogni costo e per chiunque?
Perché l’individuo deve necessariamente esser rintracciabile in ogni momento?
Sono figlio di una generazione che partiva con lo zaino alle spalle con ricamato le sole informazioni: “Mario, Italia”.
E per i più affini ai dettagli, anche una bandierina tricolore ricamata, o una precisazione: “Sicily”.
Di telefoni a parte la cabina telefonica, qualora si fosse trovata e i gettoni, neanche a parlarne.
Crescendo, ancora peggio.
Noi ci siamo privati dell’arrivo della mail che quasi subito è diventata la nociva e cattiva “PEC” inventata per far male, per i malu discursi, quale antifona dei contenziosi ………….litigi.
La posta elettronica come il profilo FB all’inizio meravigliosi quando ci aiutavano a comunicare o trovare qualcuno di caro, del tipo: “Ciaò sono Nunzio, ti ricordi di me?”
E noi quasi subito tentati di voler rispondere: “No, se ti ho voluto dimenticare ci sarà stato un motivo!”
Purtroppo, strumenti comodi finiti per cadere nelle mani di loro, “i cretini”, sono diventati, letali, fastidiosi e spesso offensivi.
Risultato, non puoi allontanarti dal tuo luogo di lavoro, di vita, perchè lei (la mail) è lì, nascosta come un geco nella tua casella di posta pronta a darti un dispiacere non appena la apri ……
Sto parlando di dispiacere poiché in questo periodo di “fermo biologico”, giungono solo le cattive notizie, mandate da gente cattiva che odia la serenità altrui, ti mandano soltanto quelle notizie che potrebbero aspettare il primo di settembre e perché no, anche di ottobre.
Metti che spegni il cellulare (già il suo nome nella sua radice cella ti avrebbe dovuto far riflettere), anche se sei ad un funerale, si crea panico nella collettività perché non sei raggiungibile, e nella migliore delle ipotesi ti cercano a “Chi l’ha visto?”.
Da giovane correvo e correvo per arrivare primo e non farmi raggiungere, perché oggi che le mie gare le ho fatte tutte dovrei esser raggiungibile?
Lo dico sempre, ad agosto si staccava tutti insieme e finanche il cretino trovava il suo posto di lavoro chiuso tanto da non poter rompere le scatole a chi andava in ferie.
Ho perso qualche minuto di tempo per studiare il semplice costrutto mentale del cretino che resta in servizio ad agosto per stolcherizzare chi vorrebbe riposare, costui è quello che scientificamente ha davanti un planning con i giorni dell’anno e qualora sia solo come meriterebbe per non riprodursi a danno della collettività, prende le ferie durante l’anno, distribuendole tra “ponti”, venerdì e lunedì e giorni strategici di scadenze, qualora ha anche una sua “vita”, va in ferie a settembre, quando tutti ritornano e occorrerebbe ritornare a lavorare.
Menti fini, in questo caso inteso come cirivieddri piccoli.
E allora che fare prima di ricorrere alla estrema ratio di chiudersi in un monastero di clausura in anonimato, in cerca di pace e un piatto di minestra?
Io ci sto studiando su e premesso che i cretini non si potranno abolire perché “l’Italia è una repubblica fondata sul cretino”, i cellulari non si possono ormai eliminare perché metterebbero in crisi l’intero sistema pianeta, non appena avrò la risposta, ve ne accorgerete dopo qualche mese.
Un abbraccio, Epruno.