Un leitmotiv in questa calda estate pre-elettorale accomuna centrodestra e centrosinistra siciliani in un sol coro cantato all’unisono: occorre fermare i 5 Stelle.
Tutti i candidati, veri o presunti, che si sono affacciati in questi mesi nell’agone della politica isolana sperando di correre per la poltrona di governatore, pare abbiano in comune lo scopo di candidarsi non tanto in funzione di un programma di governo (le idee, infatti, fino ad ora messe in campo sono a dire il vero un po’ pochine), ma per opporsi alla presunta “incapacità grillina”, al “populismo dei 5 Stelle”, alla “confusa demagogia di Cancelleri e soci”: queste e similari sono frasi pronunciate in queste settimane da vari esponenti dei partiti, il cui comune denominatore è stata fino ad ora la frase ripetuta a noia secondo cui il Movimento 5 Stelle non avrebbe alcun programma di governo per la Sicilia e si limiterebbe a raccogliere il dissenso diffuso un po’ dappertutto, ma senza riempirlo di contenuti. Accuse, però, che a un’analisi un po’ più accurata rischiano di tornare al mittente come boomerang.
Ieri sera è terminato il lungo tour estivo di Giancarlo Cancelleri, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, che ha toccato molti centri delle nove province siciliane. A parte la folla registrata quasi dappertutto per ascoltare i tre leader pentastellati, il dato da registrare è proprio quello relativo alle idee esposte: i 5 stelle, infatti, dai discorsi dei loro comizi (ultimo in ordine di tempo proprio quello di ieri) dimostrano di avere già non soltanto il proprio candidato presidente della Regione (Cancelleri), non soltanto tutti i candidati per l’Ars, ma anche e soprattutto un programma di governo.
Abbiamo seguito la tappa conclusiva di ieri a Termini Imerese e anche altre tappe di questo #aTuttaSicilia Tour e in effetti i pentastellati di idee in campo ne hanno messe un bel po’. Poi le si può condividere o meno, questo è certo. Fra queste, l’abolizione dei vitalizi per gli ex parlamentari regionali; l’impiego delle maggiori somme per finanziare borse di studio destinate a giovani da avviare alla pubblica amministrazione; un fondo per le mamme lavoratrici autonome per permettere loro di allattare; una tassa da far pagare alle industrie inquinanti per finanziare impianti fotovoltaici; un assessorato dedicato ai Comuni siciliani; un progetto sul turismo dell’Isola a partire dai territori; provvedimenti in favore dell’agricoltura e della pesca messi in ginocchio dalle politiche dell’Ue, atti amministtrativi sul lavoro, infrastrutture, sanità pubblica di qualità e molto altro ancora.
E allora, la domanda è come mai gli aspiranti candidati presidente si affrettano a dire che il M5s non ha un programma? Evidentemente, i sondaggi che danno i pentastellati vincenti e la “paura di consegnare la Sicilia ai Cinquestelle” stanno dettando l’agenda politica alle altre forze in campo. C’è, peraltro, chi dice che sotto sotto, centrodestra e centrosinistra non avrebbero alcuna intenzione di vincere le regionali siciliane, e che le grandi manovre estive siano solo strategia in vista delle prossime elezioni politiche nazionali di primavera. Se così fosse, sarebbe di certo un insulto alla Sicilia e ai Siciliani, che attendono non certo giochini di palazzo, ma risposte a una crisi che fa piazzare l’Isola agli ultimi posti di quasi tutte le classifiche.
In realtà, l’impressione complessiva, al di là degli slogan anti-5 Stelle, è quella di un vuoto plastico di idee e programmi, da un lato di chi si è accollato per cinque anni il governo Crocetta (con assessorati pesanti e sottogoverni) salvo poi prenderne le distanze ad ogni curva (leggi, il Pd), e dall’altro, di un partito politico (Forza Italia) che in quest’ultima legislatura ha brillato per latitanza, affidando il difficile compito dell’opposizione nei confronti di Crocetta alla sola buona volontà di singoli parlamentari. Fattori che potrebbero far fare al Movimento di Cancelleri, oltre al bagno di folla nelle piazze, anche un bagno di voti alle urne il prossimo 5 novembre.
Il dato è, dunque, che fino ad ora nel centrodestra come nel centrosinistra, con alcune rare eccezioni, si è parlato molto di nomi e molto poco di progetti per la Sicilia.
In queste condizioni, forse per loro sarebbe più opportuno smettere di dire che i Cinquestelle non hanno un programma e cominciare a tirar fuori il proprio …Se esiste.