Un 20enne ha ucciso il padre di 59 anni accoltellandolo mentre l’uomo dormiva nel suo letto nella loro casa di Spadafora, nel Messinese. Il delitto è avvenuto la notte scorsa.
Il movente pare sia da ricondurre a dissidi familiari. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, che indagano, il giovane Gabriele Mollica ha aggredito nel sonno il padre, Pierluigi Mollica, colpendolo con alcuni fendenti. La vittima ha provato a difendersi ingaggiando una colluttazione con il figlio. Il 20enne è stato arrestato per omicidio.
Nell’abitazione, secondo la ricostruzione dei carabinieri, al momento del delitto c’erano anche la convivente dell’uomo e il figlio più piccolo della vittima, un diciassettenne. Militari dell’Arma sono intervenuti dopo una chiamata al 112 arrivata dalla casa. Sul posto è intervenuto anche personale del 118, ma l’uomo era già deceduto.
Il ventenne è stato trovato in stato confusionale, con i vestiti sporchi di sangue ed è stato dichiarato in arresto. Poi è stato portato in ospedale per la medicazione di ferite che ha riportato nella colluttazione col padre. Dovrebbe essere dimesso a ore e nel pomeriggio sentito dai magistrati.
Le indagini dei carabinieri sono coordinate dal procuratore di Messina, Maurizio De Lucia.
La ricostruzione del cugino
“Mi sono svegliato di soprassalto, ho sentito gridare la compagna di mio zio e sono andato nella villetta accanto la nostra e l’ho visto in un lago di sangue”. Così un nipote di Pierluigi Mollica ricostruisce la tragica notte.
“Ho chiamato subito ambulanza e carabinieri – ricorda parlando con l’ANSA – ma non c’è stato alcunché da fare per mio zio. Per la nostra famiglia è una tragedia. Ho chiesto a mio cugino perché lo avesse fatto, ma era sotto shock e mi ha detto: ‘Cosa ha fatto lui non io’. Purtroppo – aggiunge – la verità è che non aveva mai accettato che mio zio si fosse separato dalla moglie e si fosse rifatto una vita. E non voleva che la nuova compagna stesse con loro in casa. Tanto è vero che non voleva mai mangiare a casa e veniva da noi e dagli altri parenti a pranzare e cenare”.
Era “un bravo ragazzo, aveva dei problemi sì, ma non è mai stato violento. A scuola – aggiunge – aveva un insegnante di sostegno che lo seguiva. Ora passava il suo tempo con i videogames. Di solito lui e il fratello stavano con la madre. Quest’anno però è voluto venire a Spadafora: si sono trasferiti a luglio. Mio zio – ricorda – ripeteva che non era facile gestirlo perché era nervoso. Io io e gli altri familiari gli dicevamo di stare attento, ma mai avremmo pensato che potesse colpirlo con 23 coltellate. Siamo esterrefatti e increduli, non potevamo pensare ad un fatto simile. Mio zio – conclude il cugino del 20enne – era una bravissima persona voleva molto bene a Gabriele e a suo fratello, e viziava mio cugino in tutti i modi. Mai pensava lo avrebbe aggredito…”.